Detti e proverbi bolognesi
Nel post di oggi andremo a vedere insieme detti e proverbi bolognesi.
Il nostro excursus su quelli che sono i detti e i proverbi del nostro paese, come potete vedere, non termina qui. Oggi tocca a quelli di Bologna, una delle città più famose al mondo per via dell’ottima cucina e dell’università più antica d’Europa, che è l’Alma Mater Studiorum.
In più pare che Bologna rappresenti una delle città preferite dagli italiani, tant’è che la maggior parte di questi desidererebbe viverci, anche perché tutto funziona bene: i servizi pubblici, gli ospedali; i pericoli di notte sono quasi assenti, tant’è che si può girare tranquillamente anche se non si è in compagnia.
Insomma, questi e più sono i motivi per i quali abbiamo deciso oggi di dedicare questo post a quelli che sono i detti e i proverbi di questa meravigliosa città. Noi abbiamo fatto del nostro meglio e, per dimostrarvelo, vi mostriamo la nostra raccolta di
Detti e proverbi bolognesi
- Al n’é briîsa daggn dla sèla = Modo sofisticato per dire a qualcuno che è un somaro. La sella è per il cavallo, al somaro si mette la soma.
- Par cgnósser un Bulgnèis, ai vól un an e un mèis; e po quand t’l’hè cgnusó, t’an al cgnóss brisa cum at cgnóss lo = Per conoscere un Bolognese, ci vuole un anno e un mese; e poi quando l’hai conosciuto, non lo conosci quanto lui conosce te.
- As nómina al pchè, e brisa al pecatòur = Si nomina il peccato, e non il peccatore. Segnalando una mala azione, non se ne indichi il responsabile.
- Secånnd al frè a si fà al capózz = A seconda del frate, gli si fa il cappuccio.
- Al sraggn d’invêren, al nóvvel d’estèd, l’amåur dal dòn, la caritè di frè, s al dura un åura al dura asè = Il serano d’inverno, le nuvole d’estate l’amore delle donne, la carità dei frati, se durano un’ora durano abbastanza.
- Dinànz da San Pir, dedrì da San Ptroni, ai tira un vant ch’al pèr al demoni = Davanti a San Pietro, dietro a San Petronio, tira un vento che sembra il demonio. Le due massime chiese di Bologna sorgono nei punti più ventilati della città.
- L‘à dåu tàtt §mulàdghi che, s’la córr, ai vén i nézz int i ùc’! = Frase irriguardosa riferita a una signora che non ha più i seni fiorenti.
- I fiû di gât i ciâpn i póndg = I figli dei gatti prendono i topi. Ovvero tale il padre, tale il figlio.
- Bulaggna la grasa, par chi i sta, brisa par chi i pasa = Bologna la grassa, per chi ci sta, non per chi ci passa. Adattato ad un famoso verso di un opuscolo di ignoto autore, del 1610; la seconda parte del detto è attribuita ai provinciali invidiosi.
- La prémma vólta as pardanna, la secanda as bastanna = La prima volta si perdona, la seconda si bastona. Chi insiste nella colpa merita la punizione.
- La cunpagnî di trî cunpâgn: al ciù, al cócc e al barbazàgn = Frase scherzosa per indicare tre perditempo dando loro nel contempo del barbagianni.
- L è méi un bèl taŝair che un bèl parlèr = E’ meglio un bel tacere che un bel parlare. Si rivolge di solito a chi ostenta conoscenze poi puntualmente smentite durante la discussione.
- La vendatta ed zant an, l’ha i dént da lat = La vendetta di cento anni ha i denti da latte. Il desiderio di vendetta non invecchia.
- Par San Lócca, chi ha di marón in splócca, e chi an n’ha brisa as plócca la camisa = Per San Luca chi ha dei marroni ne mangia, e chi non ne ha si lecca la camicia. E’ tradizione mangiare le castagne lesse in tal giorno, dopo cena.
- Aria dla finestra. Coulp ed balaestra = Aria dalla finestra. Colpo di balestra. (Il “colpo di balestra” è il male al collo o alla schiena, tipico dei cambi di stagione).
- La prémma vólta as pardanna, la secanda as bastanna = La prima volta si perdona, la seconda si bastona. Chi insiste nella colpa merita la punizione.
- A cavâl dunè, an’s’guèrda in bacca = A cavallo donato non si guarda in bocca. (Il proverbio indica che se si riceve una donazione è scortese puntualizzare sulla sua qualità).