Frasi del film Ogni Maledetta Domenica
Ecco a voi alcune delle più belle Frasi del film Ogni Maledetta Domenica, frasi e discorsi motivazionali, per lo più affidate alla saggezza del Coach di una squadra di Football Americano Tony D’Amato, magistralmente interpretato da un grandissimo Al Pacino. Il titolo stesso del film è tratto da una delle frasi spesso ripetute da Coach D’Amato, che motiva sempre i suoi atleti ad essere prima dei grandi uomini che dei grandi giocatori. Tra le frasi celebri del film non poteva ovviamente mancare il discorso di Coach D’Amato alla squadra prima di un match fondamentale, un discorso che resta uno dei pezzi in assoluto più motivanti dell’intera storia del Cinema.
Scegliete la frase che vi piace di più tra le…
Frasi del film Ogni Maledetta Domenica
- Non so cosa dirvi davvero. Tre minuti, alla nostra più difficile sfida professionale. Tutto si decide oggi. Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta. Siamo all’inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell’inferno un centimetro alla volta.
Io però non posso farlo per voi. Sono troppo vecchio. Mi guardo intorno, vedo i vostri giovani volti e penso “certo che ho commesso tutti gli errori che un uomo di mezza età possa fare”. Si perché io ho sperperato tutti i miei soldi, che ci crediate o no. Ho cacciato via tutti quelli che mi volevano bene e da qualche anno mi da anche fastidio la faccia che vedo nello specchio.
Sapete col tempo, con l’età, tante cose ci vengono tolte, ma questo fa parte della vita. Però tu lo impari solo quando quelle le cominci a perdere e scopri che la vita è un gioco di centimetri, e così è il football. Perché in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine di errore è ridottissimo, capitelo. Mezzo passo fatto un po’ in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate, mezzo secondo troppo veloce o troppo lento e mancate la presa. Ma i centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo.
In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra ci massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire.
E voglio dirvi una cosa: in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro, e io so che se potrò avere una esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutta lì, in questo consiste. In quei 10 centimetri davanti alla faccia, ma io non posso obbligarvi a lottare. Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che vi troverete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui.
Questo è essere una squadra signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente. È il football ragazzi, è tutto qui. Allora, che cosa volete fare?(Tony D’Amato) - Divertiti siamo qui per questo (Tony D’Amato)
- Voi ed io insieme abbiamo passato momenti difficili! Ho i miei schemi anch’io qui! E il mio libro dice che la pioggia cade sui giusti come sugli empi! 4 sconfitte di fila: non significa che su di noi grava una maledizione! La gioia giunge al mattino… E non ci sono atei in trincea! (Sacerdote della squadra)
- Hai avuto il comando, negro, ma ti ha seguito forse qualcuno? […] Certo, giocando hai imparato a farti valere, a fare il galletto, a pungere… ma che altro? Un giorno niente più denaro, niente più donne, niente applausi: fine del sogno. […] Un uomo deve guardarsi indietro ed essere fiero di tutta la sua vita, non solo degli anni con paracosce e conchiglia. E non fermarsi al ricordo degli anni d’oro. Questo devi averlo dentro. Se non ce l’hai, non sei un uomo: sei solo un buffone. (Shark)
- Tu non sei un fuoco di paglia… un Cornerback… un ricevitore… uno dei tanti Julian Washington, cazzo, tu sei un Quarterback!!! Lo sai cosa significa?! È il ruolo principale, Willie. È colui che si prende le colpe, è colui che tutti guardano per primo, il leader di una squadra che ti da il suo appoggio, quando si riconosce in te. Si faranno spezzare costole, fratturare nasi e colli per te perché avranno fiducia, quella fiducia che ti sarai conquistato. Questo è il Quarterback. (Tony D’Amato)
- Ogni maledetta domenica si vince o si perde, resta da vedere se si vince o si perde da uomini. (Tony D’Amato)
- Tony D’Amato: Io di perdere sono stanco, voi? [approvazione dei giocatori] Chi non lo è alzi la mano! [solleva il braccio] Avanti! Chi vuole fare il perdente alzi la mano! Chi vuole fare la checca alzi la mano! [Julian Washington si alza in piedi sulla panca e solleva il braccio] Che cazzo fai, Jay?
Julian Washington: Non volevo che fossi l’unica checca con la mano alzata, coach, ti sto salvando! [risate dei giocatori e di Tony] - Tony D’Amato: Un allenatore può perdere l’istinto?
Montezuma Monroe: Ah, tu non ce l’hai mai avuto, che vuoi perdere?
Tony D’Amato: Ho solo il mio istinto, se perdo quello non mi resta niente. - Montezuma Monroe: Quelli ridono [Gli avversari]! Vi vedono come un branco di invertebrati, di ritardati mentali!! Pensano di avervi in tasca, di potervi sgozzare come capretti e di lasciarvi sanguinati con le budella al vento! In modo che gli sciacalli e gli avvoltoi ci facciano colazione e anche merenda!!
Shark: Coach, così ti viene un infarto!
Montezuma Monroe: Io non li subisco gli infarti, stronzo, li procuro! - Tony D’Amato: Senti, c’è una cosa che muoio dalla voglia di chiederti da un sacco di tempo.
Willie: Quale?
Tony D’Amato: Quella volta che sei venuto a casa mia e io avevo cucinato…
Willie: Sì, allora?
Tony D’Amato: T’è piaciuta o no la jambalaya?
Willie: È la cosa più schifosa che abbia mai mangiato! Secondo te perché continuo a vomitare?
Tony D’Amato: Ne avevo il sospetto.
Willie: E adesso lo sai.
Tony D’Amato: Dai, vai, vai a vincere questa partita - Sai c’era un grande Quoterback negli anni ’70, lo conoscevo bene. Come giocatore era tosto, caparbio, un gran figlio di puttana. Ogni yard che ha guadagnato l’ha conquistata lottando. Lui non aveva le doti naturali che hai tu, però vinceva ugualmente. Era Forte! Poi è invecchiato e si è ritirato.
Ad ogni modo un giorno l’ho incontrato poco tempo fa a Los Angeles. Ci siamo fatti una birra, abbiamo chiacchierato. Sai che cosa mi ha detto? Mi ha detto che quando ci ripensa, non gli mancano tanto le Pantheon Cup, le ragazze o la gloria! Sai che cosa gli manca?
Gli mancano tutti i suoi ragazzi al momento dell’huddle! Quegli 11 giocatori, ognuno dei quali vedeva le cose alla stessa maniera e che poi attaccavano, insieme! Questo gli manca!
Mi mancherai, amico!