Frasi celebri de Il Gladiatore
Frasi de Il Gladiatore. Il film Il Gladiatore Ridley Scott, quello per intenderci che ha lanciato nell’empireo dei grandissimi l’attore Russell Crowe, è uno dei film cult degli ultimi 20 anni (perlomeno) anche in virtù, forse soprattutto, per via delle frasi celebri che compaiono nel film Il Gladiatore.
C’è stato un momento della mia vita nel quale, ogni volta che dicevo il mio nome (Massimo) partiva una sorta di jingle che faceva più o meno così: “Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del nord…”. Poi la cosa deragliava perché quasi nessuno recitava a memoria le parole esatte.
Ma l’esempio basti a farvi capire come le frasi celebri de Il Gladiatore hanno plasmato alcune situazioni. Lo start di un evento sportivo è diventato “Al mio segnale, scatenate l’Inferno”.
Il film non è passato alla storia solo per le sue frasi anche per una splendida colonna sonora, una storia quanto meno emozionante ed un’interpretazione di Russell Crowe da brividi.
Adesso basta così: andiamo un po’ a vedere le
Frasi celebri de Il Gladiatore
- Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio, padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa,… e avrò la mia vendetta, in questa vita o nell’altra.
- Ciò che facciamo in vita riecheggia nell’eternità.
- Al mio segnale, scatenate l’Inferno
- Sei a casa (scena finale)
- Il cuore di Roma non è il marmo del Senato, ma la sabbia del Colosseo.
- Ispanico! Ispanico! Ispanico!
- Conquisterò la folla, le darò qualcosa che non ha mai visto prima
- Roma vale la vita di un uomo giusto? Noi lo credevamo una volta. Fa’ in modo che possiamo crederlo ancora.
- La mia casa è sulle colline di Trujillo. Un posto molto semplice, pietre rosa che si scaldano al sole e un orto che profuma di erbe di giorno e di gelsomino la notte. Oltre il cancello c’è un gigantesco pioppo, fichi, meli, peri. Il terreno, Marco, è nero, nero come i capelli di mia moglie, vigne sui declivi a sud, olivi su quelli a nord, cavallini giocano con mio figlio che vuole essere uno di loro.
- Il generale che divenne schiavo. Lo schiavo che divenne gladiatore. Il gladiatore che sconfisse un impero.
- Ricordi cosa disse nostro padre una volta? Un sogno. Un sogno spaventoso: la vita
- Massacrerei il mondo intero, se solo tu mi amassi!
- Roma ha vinto!
- Era un soldato di Roma. Onoratelo!
- Una volta mi scrivesti, citando le quattro principali virtù: saggezza, giustizia, fermezza, e temperanza. Leggendo quello scritto, sapevo di non possederle. Ma ho altre virtù, padre. Ambizione. Questa può essere una virtù quando ci conduce a eccellere. Intraprendenza. Coraggio. Forse non sul campo di battaglia, ma… ci sono molte forme di coraggio. Devozione. Alla mia famiglia, e a te. Ma nessuna delle mie virtù era sul tuo scritto. Anche allora era come se non mi volessi come figlio.
- Non vi siete divertiti?! Non vi siete divertiti?! Non siete qui per questo?!
- Hai un grande nome, dovrà uccidere il tuo nome prima di uccidere te!
- Ti sta sfidando. Ogni sua vittoria è un atto di sfida. Il popolo se ne accorge, così come se ne accorge il Senato. Ogni giorno che lui vive i senatori si fanno più audaci. Uccidilo, Commodo
- Tu amavi mio padre lo so, ma lo amavo anch’io, questo ci rende fratelli non è così? Sorridi per me adesso fratello
- Piantate la lama nella carne di un uomo, e loro vi ameranno per questo. E voi potreste anche imparare ad amarli per questo. In fin dei conti, dobbiamo tutti morire… purtroppo non possiamo scegliere in che modo, ma possiamo decidere come venire incontro alla morte per poter essere ricordati… da uomini!
- Il tempo degli onori presto sarà finito per te, principe.
- Forza e onore
- – Massimo: Conoscevo un uomo, che mi disse: ‘La morte sorride a tutti: noi non possiamo fare altro che sorriderle di rimando’.
– Commodo: Mi domando se questo tuo amico abbia sorriso alla sua morte.
– Massimo: Dovresti saperlo… era tuo padre! - Voglio che tu divenga il protettore di Roma, dopo la mia morte. Te ne darò l’autorità… per un unico scopo: restituire il potere al popolo di Roma e porre fine alla corruzione che la rende abbietta.
- Io ti riincontrerò un giorno… ma non ancora. Non ancora
- Hai un grande nome, dovrà uccidere il tuo nome prima di uccidere te!
- Affondate la lama nella carne di un uomo, ed essi vi ameranno per questo
- A tre settimane da oggi io mieterò il mio raccolto. Immaginate dove vorrete essere, perché così sarà. Serrate i ranghi, seguitemi.
- C’è sempre stato un Senato…
- Il popolo ama sempre le vittorie…
- Mi hanno raccontato di uno strano serpente marino che ha un modo piuttosto insolito di attirare le sue prede per poi ucciderle. Questo serpente giace sul fondo del mare come se fosse ferito, così i suoi nemici si avvicinano, e lui resta ancora sul fondo immobile. Allora i suoi nemici cominciano a strappargli a morsi piccoli pezzi di carne, e lui resta immobile, ancora.
- Vado cercando i volti degli dèi… per fare in modo di compiacerti, di renderti orgoglioso. Una parola gentile. Ci fosse almeno una volta in cui mi avessi abbracciato e tenuto stretto al tuo petto, per me… sarebbe stato come il sole nel mio cuore per mille anni. Cosa odi in me a tal punto?
- Molte cose cambiano nel tempo; molte cose, ma non tutte.
- Credo che lui sappia che cos’è Roma, Roma è il popolo, farà qualche magia per loro per distrarli, toglierà loro la libertà e la folla ruggirà lo stesso. Il cuore pulsante di Roma non è certo il marmo del Senato, ma la sabbia del Colosseo, lui porterà loro la morte, in cambio lo ameranno
- Un soldato ha il grande vantaggio di poter guardare il suo nemico negli occhi.
- Ah ah ah! Allora ispanico andremo a Roma insieme, e vivremo avventure sanguinose. E la grande meretrice ci allatterà finché saremo grassi e felici e non potremo più succhiare, e allora… quando saranno morti tanti uomini, forse tu avrai la tua libertà.
- Qualunque cosa esca da quei cancelli… avremmo maggiori possibilità di sopravvivere se combatteremo uniti. Avete capito? Se saremo uniti, sopravviveremo.
- Noi mortali non siamo che ombre e polvere. Ombre e polvere, Massimo!
- Hai dimostrato il tuo valore ancora una volta, Massimo… speriamo che sia l’ultima.
- La tua fama è ben meritata Ispanico, non credo che ci sia mai stato un gladiatore come te e quanto a questo giovane insiste nel dire che sei Ettore redivivo. Oppure era Ercole? Ma perché l’eroe non si rivela e non ci dice il suo vero nome? Perché tu hai un nome.
- Allora prendila adesso! Mi hanno detto che tuo figlio gridava come una femminuccia mentre lo inchiodavano alla croce e tua moglie gemeva come una puttana mentre abusavano di lei, ancora e ancora e ancora.
- Se vi ritroverete soli a cavalcare su verdi praterie con il sole sulla faccia, non preoccupatevi troppo, perché vi troverete nei campi Elisi e sarete già morti!