Parolacce e insulti in pugliese

parolacce-insulti-in-puglieseEcco una lista di parolacce e insulti in pugliese.

Insultare in italiano è sicuramente una liberazione, ma la soddisfazione di lanciare offese, insulti o di dire parolacce in dialetto è sicuramente più piacevole e soddisfacente. E’ per questo motivo che abbiamo raccolto per voi parolacce ed insulti in pugliese, uno dei dialetti più diffusi e simpatici dell’intera penisola, che comprende sostantivi ed espressioni talvolta incomprensibili. Questi insulti e parolacce sono comuni in tutte le maggiori città pugliesi, alcuni sono simili, altri intercalari, ma in sostanza il significato non varia. Troverete accanto a ciascun sostantivo od espressione il corrispettivo in italiano, così che possiate valutare l’insulto che fa al caso vostro. Vi raccomandiamo, come sempre, di destinare queste parolacce ad un pubblico adulto. Bandiamo alle ciance e vi invitiamo alla piacevole lettura della nostra raccolta di

 

Parolacce e insulti in pugliese

  • ‘Mbam = infame, colui che racconta fatti altrui che sarebbe meglio, invece, nascondere;
  • Figghìe de scassàte chiàveche = penso che tua madre intrattenga notevoli e molteplici rapporti extraconiugali;
  • Na fèmmene, na pàbbere e nu puèrche fàscene reveldà nu paìse = Una donna, una papera e un porco mettono in subbuglio un paese;
  • Chèp d chiumm = testa di piombo, ragazzo testardo o sciocco;
  • Quedda sbunnat’ d’mam’t cà s’rasck’ ‘mmizz quartier = tua madre ama dilettarsi all’amore con mezzo quartiere;
  • Maladesegrazjedegghiavè = che tu possa avere una disgrazia, malaugurio, pronunciato tutto d’un fiato, più che insulto; si noti l’uso del latinismo “mala” per “cattiva”;
  • Muèzzecalacirt = colui che morde le lucertole. Persona astuta di cui è bene non fidarsi completamente;
  • Mocche a chèdda chiàveche de màmete = in bocca a quella donna di malaffare di tua madre;
  • Milamurt ca tin = sia maledetta tutta la stirpe, inclusi i parenti di secondo grado, che ti ha generato;
  • Murt ca tin = sia maledetta la stirpe che ti ha generato. Insulto pesante, spesso usato anche come intercalare di “Milamurt ca tin”;
  • Chedda cicchecciàcche de sòrete = tua sorella non è monogama;
  • Canàte, fàccia lavàte; sròche e nnòre, spina cammaràte = cognata, faccia lavata; suocera e nuora, spine velenose;
  • Recchje d gomm = letteralmente significa “orecchie di gomma” ed è usato talvolta in senso affettuoso, dicesi prettamente di chi ha le orecchie a sventola;
  • Calandron = calderone, insulto usato per un giovane poco sveglio, simile a “Calascion”;
  • Calascion = tontolone, dicesi prettamente di un ragazzo molto alto, ma altrettanto stolto;
  • Capacchion = uomo dalla testa grossa, parecchio stupido o, più propriamente, parecchio testardo;
  • Chine d’mmerd! = letteralmente “siete pieni di merda!”, l’espressione è utilizzata per indicare che si è sporchi dentro, poco limpidi;
  • Chin d siv = testa piena di grasso equino, propriamente detto “sego”. Questo insulto è da rivolgere a persone viscide o non affidabili;
  • Vaffammòche alle megghìe stramilamuèrte d’attande pe mò e de màmete mo ca iè = per tutte le anime dei più onorati morti di tuo padre, dapprima, e di tua madre successivamente per i quali dovrai sottostare a sesso orale senza protezione;
  • Chin d serchje = testa di sudiciume. Rivolto a persone incompetenti e di scarso comprendonio;
  • Recchìone mbalzamàte = gay da data immemore;
  • Scofanat = larga come un cofano. Donna dai larghi fianchi o, più propriamente, ragazza ingrassata in poco tempo.
  • Ciò-Ciò = suono onomatopeico. Persona di molte parole e pochi fatti; ragazzo non propriamente sveglio;
  • Lurd = lordo. Similmente al femminile “Lord” indica un uomo poco pulito o dai comportamenti non certo dignitosi;
  • ‘Nghjemmon = ottuso, bloccato. A differenza della etimologia, il termine ha valenza generica;
  • Cagammèrd = uomo dalle comuni funzioni espletorie. La sfumatura offensiva indica un soggetto inetto, di scarsa volontà o, raramente, poco coraggioso;
  • Magghiat = testa di ferro, insulto generico dalla difficile etimologia;
  • Magghiaton = grossa testa di ferro, insulto più pesante di “Magghiat”;
  • Malanovedigghiavè = che tu possa ricevere una brutta notizia. Malaugurio più che insulto, si noti l’uso del latinismo “nova” inteso come “notizia”;
  • Trmon = masturbazione maschile. Di difficile collegamento col significato stretto, intende un ragazzo abbastanza stolto;
  • Bzocc = ipocrita donna di chiesa. Rivolto principalmente alle signore, spesso zitelle, che si recano alla funzione religiosa con il solo scopo di guardare gli abiti che indossano le altre e spettegolare;
  • Uàuà = Suono onomatopeico inerente al continuo fluire di parole. Indica una persona di molte parole ma di pochi fatti;
  • Uè Rabbìne, sì ppèsce de mattarrèse = perdindirindina, quanto sei avaro;
  • Vrètte =  bettola, ragazza poco pudica o parecchio sudicia nei rapporti interpersonali;
  • Ciaciè = ciacchierona. Dicesi affettuosamente di ragazza loquace;
  • Uèèè, la chìne de sive = Ciao, donna con molta sporcizia;
  • Sgaglje = letteralmente significa “sgallettata”, indica una ragazza giovane un po’ frivola;
  • Scassat = scassata. Ragazza o più propriamente donna dai focosi e numerosi precedenti sessuali;
  • Vaiass = Barbaro, persona capace di alzare caos. Insulto rivolto a chi appare poco fine e dai comportamenti non certo signorili;
  • Trozzl = letteralmente “trottola”, ragazza capace di passare da una relazione all’altra senza difficoltà;
  • Malanovedigghiavè-diavel = che il diavolo possa ricevere una brutta notizia; che tu, uomo diabolico, possa ricevere una brutta notizia. Nel primo caso l’aggiunta “diavel” viene posta qualora ci si renda conto che l’insulto è troppo cattivo; in tal modo non viene indirizzato all’interlocutore ma al diavolo. Nel secondo caso la parola “diavel” viene aggiunta per peggiorare la situazione della persona a cui ci si riferisce;
  • Figghie de nu squicce appedùne = figlio di puttana;
  • Faccje du trè d baston: Faccia del tre di bastoni. Insulto rivolta a persona non bellissime, dalle fattezze simili a quelle della carta da gioco napoletana;
  • Mocck’ a citammuert, stramuert e malmuert = offesa ai defunti della persona a cui è indirizzata l’espressione;
  • Facce de prise = faccia da cesso;
  • Sorte de tremone = grande coglione.