Frasi sulla carne

frasi sulla carneEcco una lista di frasi sulla carne.

A livello mondiale si definisce “carne” tutto l’insieme di parti commestibili degli animali che non siano prodotti ittici o della pesca. La carne è alla base dell’alimentazione di molte culture, quella italiana e americana in primis, considerata fonte inestimabile di proteine e dal sapore eccezionale. Da sempre, ma soprattutto nell’ultimo secolo, molti sono stati i vegetariani e vegani che si sono opposti al concetto di “ammazzare animali per produrre cibo per gli umani” e, più passa il tempo, più essi aumentano. Una discussione che divide l’umanità in due filoni contrapposti: torto o ragione? Voi cosa ne pensate? Per schiarirvi le idee e aiutarvi a riflettere meglio sull’argomento, abbiamo raggruppato nella lista che segue una serie di frasi sulla carne. Non ci resta che presentarvela, dunque, la nostra rassegna di

Frasi sulla carne

  • Da un lato una piccola leccornia per gli uomini, dall’altro infinite e terribili sofferenze per gli animali.
  • Il modo in cui si taglia la carne riflette il modo di vivere.
  • Già negli anni Ottanta mia nonna non mangiava carne. “Non posso” diceva, “è carne di martire”. Effettivamente, come altro si potrebbe definire la carne di quei corpi devastati dalla sofferenza? E non era ancora, credo, intervenuta la genetica, che ha permesso di modificare gli animali per accrescerne il rendimento, trasformandoli in malati cronici.
  • Mangiare carne è digerire le agonie di altri esseri viventi.
  • La gente mangia carne e pensa: “Diventerò forte come un bue”. Dimenticando che il bue mangia erba.
  • Di carne ne mangio poca. È un piccolo pacchetto di proteine troppo costoso per gli equilibri del nostro pianeta.
  • Come potrà mai praticare l’autentica compassione chi mangia la carne di un animale per nutrire la propria?
  • Mia mamma mi ha detto che i due più importanti utensili da cucina sono attaccati alle braccia… non si può mescolare le polpette di carne con un cucchiaio di legno: lì ci arrivano solo le dita sporche.
  • Non credo che mangiare un po’ di carne di tanto in tanto sia rischioso per la salute, ma non mi risulta nemmeno che faccia bene, pur avendo studiato a lungo la letteratura a sostegno di entrambe le ipotesi. Dato che ogni boccone di carne comporta la morte di un animale, non credo vi siano più dubbi sul fatto che cercare di limitare la propria dieta agli alimenti vegetali sia una scelta ragionevole.
  • In genere si pensa che la carne non abbia nulla a che fare con gli animali. […] La gente non si rende conto del modo raccapricciante e spaventoso in cui gli animali finiscono nel piatto.
  • Ho sempre sentito che c’era qualcosa di eticamente ed esteticamente osceno nel prendere un bell’animale senziente, colpirlo alla testa, tagliarlo a pezzi e rimpinzarmi.
  • L’America sta diventando una piatta società di vegetariani, astemi e puritani. Io credo nella carne rossa, nel vino e nelle donne.
  • La maggior parte della gente non vuole farsi domande sulla carne. Per i miei vicini (e per i miei amici, e per me durante gran parte della mia vita) la carne non è carne. È un’astrazione. La gente non pensa a un animale quando usa la parola carne.
  • Mangiare carne aumenta le probabilità di incorrere in tante patologie gravi (alcune potenzialmente mortali). Sono convinto che sia impossibile contare il numero dei guai che potremmo evitare se consumassimo meno carne.
  • Sono persuasa che la cucina rivela in una persona il suo rapporto con la terra, i senso, il corpo e il… sesso. Ci mette allo scoperto. Chi ama il cibo ama la carne. Chi è capace di passare tre ore a palpare, tritare, impastare, pelare, grattugiare, affettare, per un piacere così effimero come un pasto, è un gaudente di primo ordine. Un essere pieno di sensualità.
  • Da sempre, appena sono stato in grado di scegliere il mio cibo, non tocco un boccone di carne e, anzi più passa il tempo, più l’idea stessa mi ripugna. Non metto in dubbio che il suo gusto possa risultare piacevole. Ma può il criterio della bontà del gusto giustificare eticamente ogni atto con il quale ci procuriamo il cibo? Mi viene in mente un episodio che si racconta circa le avventure del celebre esploratore David Livingstone.. Nel corso delle sue spedizioni africane egli incontra un’anziana di una tribù antropofaga che morde con gusto, appunto, il piccolo dito di un bambino. Livingstone prova orrore per la scena […] e la risposta della cannibale, che pare addirittura mostrare un certo stupore, è: “Se sapesse com’è buono!”.
  • La carne mi ripugna, non tanto per l’odore, ma per il pensare da dove viene, quali sofferenze ha sopportato l’essere vivente, un mammifero come me, a cui apparteneva.
  • Quel pezzo di carne proviene da un animale che, nella migliore delle ipotesi – e sono pochissimi quelli che hanno la fortuna di cavarsela con così poco – è stato ustionato, mutilato e ucciso per qualche minuto di piacere dell’uomo. Il piacere giustifica i mezzi?
  • L’industria della carne ha provocato, fra gli statunitensi, più morti di tutte le guerre di questo secolo. Se la carne è la vostra idea di «cibo vero per gente vera», farete meglio a vivere in un luogo veramente vicino a un ospedale veramente efficiente.
  • Quella che chiamiamo eufemisticamente ‘carne’ sono in verità pezzi di cadaveri, di animali morti, morti ammazzati. Perché fare del proprio stomaco un cimitero?
  • La carne è un alimento di qualità inferiore, poiché la sua decomposizione, più rapida di quella della frutta e dei vegetali, porta ad uno stato di putrefazione all’interno dell’intestino.
  • Se solo tutti gli uomini che si cibano di carne dovessero uccidere animali in prima persona, la maggior parte degli esseri umani smetterebbe di mangiarne.
  • Noi siamo così ricercati nella nostra crudeltà che chiamiamo la carne “companatico” e poi abbiamo bisogno di companatico per accompagnare la carne stessa, mescolandovi olio, vino, miele, garo, aceto, spezie siriache e arabe, come se veramente stessimo imbalsamando un cadavere per seppellirlo.
  • La carne contamina i nostri pasti. Per quanto cerchiamo di nascondercelo, rimane il fatto che il pezzo forte del nostro pranzo ci arriva dal macello, grondante sangue. Se non viene trattato e refrigerato, comincia presto a putrefarsi e a puzzare. Quando lo mangiamo, ci pesa sullo stomaco, bloccando i processi digestivi fino a che, giorni dopo, lottiamo per espellerlo. Se mangiamo vegetali, il cibo assume una qualità diversa. Prendiamo dalla terra qualcosa che è a portata di mano e non ci oppone resistenza quando lo prendiamo. Senza la carne a rendere insensibile il palato, apprezziamo molto di più gli ortaggi freschi raccolti direttamente dalla terra.