Frasi Gianni Agnelli
Andiamo un po’ oggi a vedere alcune delle frasi di Gianni Agnelli.
Il personaggio non ha certo bisogno di presentazioni, ma io aggiungo che, oltre a tutto ciò che è stato, ossia l’erede e la guida del primo gruppo industriale italiano, vale a dire la Fiat, Gianni Agnelli è stato anche di più: è stato l’ambasciatore italiano nel mondo per eccellenza.
Nessuno ha rappresentato l’Italia nel mondo meglio e più a lungo di lui.
Riportare le frasi di Gianni Agnelli è un tributo all’uomo, alla sua intelligenza, alla sua figura molto carismatica.
Ha rappresentato l’Italia, infatti, anche attraverso le sue frasi, intelligenti, graffianti, mai banali, capaci di colpire l’immaginazione collettiva e di rimanere per sempre impresse nella memoria collettiva in ogni campo, dalla politica allo sport, dall’industria al bello del Made in Italy.
Andiamo un po’ a vedere alcune
Frasi di Gianni Agnelli
- Per essere italiani nel mondo, dobbiamo essere europei in Italia.
- Capitalismo, parola superata. Ma il mercato è insostituibile
- Gli uomini si dividono in due categorie: gli uomini che parlano di donne e gli uomini che parlano con le donne. Io di donne preferisco non parlare.
- Un uomo portato al progresso. Oggi sarebbe innamorato dello spazio (riferendosi al nonno)
- Un giorno mi dissero che Maradona si allenava centrando la porta con un tiro da centrocampo. Andai al Comunale e lo dissi alla squadra, Platini non disse nulla ma chiese al magazziniere di aprire la porticina dello spogliatoio che stava al di là della pista d’atletica, si fece dare un pallone e da centrocampo lo spedì negli spogliatoi. Mi guardò sorridendo e se ne andò senza dire una parola
- Bello di notte (riferendosi a Boniek)
- Sa quale è la verità? Nel nostro Paese purtroppo non ci sono nemmeno banane. Ci sono soltanto fichi d’India (riferendosi alle dimissioni di Renato Ruggero)
- Mi ricordava Pinturicchio. Adesso è Godot.
- Saragat: «Caro Agnelli, adesso che è presidente della Fiat non potrà più corteggiare le ragazze». Agnelli: «Allora mi dimetto subito».
- Il miglior calciatore al mondo in allenamento (parlando di Michael Laudrup)
- Al Delle Alpi si vede male e poi è come giocare sempre fuori casa
- E’ il nipote di Vycpalek. Vycpalek noi l’abbiamo salvato dalla Cecoslovacchia comunista e l’abbiamo riportato in Italia. Quindi anche il nipote ci dovrebbe avere la gratitudine. Zeman? No [lo prenderebbe come allenatore], perché non mi piace il suo modo di allenare la squadra.
- Il più bel prodotto di Viareggio, dopo Stefania Sandrelli (parlando di Marcello Lippi)
- Le scorrettezze di Couto sono così solari, così facili e belle da fischiare, che se fossi un arbitro gli darei una medaglia
- Faccio i complimenti a De Benedetti anche se lui parla male di noi
- Ho conosciuto mariti fedeli che erano pessimi mariti. E ho conosciuto mariti infedeli che erano ottimi mariti. Le due cose non vanno necessariamente assieme
- Nei momenti difficili, c’è sempre nel mio subconscio qualcosa a cui mi appello, e questo è il motivo per cui la Juventus ha vinto anche oggi
- Nella Juve nessuno è mai stato al suo livello e se in futuro ci sarà qualcuno che lo supererà lo ammetteremo a malincuore (parlando di Platini)
- [Il giorno dopo la finale di Coppa dei Campioni 1982-1983: Amburgo-Juventus 1-0] Non è successo niente, questi tedeschi ci hanno insegnato a leggere e a scrivere.
- Non prenderemo più piccoletti: dalla tribuna non si vedono.[10]
- Ogni giovane d’Europa deve poter cominciare i suoi studi a Parigi, continuarli a Londra, completarli a Roma o Francoforte. Dobbiamo recuperare, in chiave moderna, l’eredità degli antichi “clerici vagantes”.
- Papin è un grandissimo giocatore, un bravo centrattacco e un uomo coraggioso, capace di mettere la testa dove gli altri non osano mettere il piede. Quanto a chiacchiere però…
- Bettega aveva i capelli grigi quando giocava, oggi li ha bianchi. Avrebbe dovuto imparare a essere più prudente quando si parla di altri e di arbitri
- […] Perché la Juventus, dopo già un secolo di storia, è diventata una leggenda. Una leggenda che è sorta in un liceo di Torino e che ha finito per conquistare nove, dieci milioni di tifosi in Italia e, certo, altrettanti all’estero con un nome, una maglia e dei colori conosciuti in tutto il mondo.
- Quando Platini mi regalò uno dei suoi tre Palloni d’Oro, gli chiesi: ma è davvero tutto d’oro? Lui mi guardò sorridendo: e secondo lei, avvocato, se era tutto d’oro glielo regalavo?
- Se loro sono una squadra di pittori fiamminghi, noi saremo dei piemontesi tosti.
- Baggio non è un 10, piuttosto un nove e mezzo.
- Mi è sembrato un coniglio bagnato (parlando di Baggio a Usa ’94)
- Un uomo che non piange, non potrà mai fare grandi cose
- Vi raccomando la Fiat. Ora è arrivato il momento di cedere il testimone. Ci siamo dati delle regole. Noi in Fiat parliamo di regole per seguirle, non come tanti oggi che ne parlano per non seguirle. Mi hanno detto: “Ma lei è un caso speciale”. Io ho risposto: “Guai a quell’azienda dove esistono casi speciali”.
- Avere Platini in squadra era come avere una credit card sempre a portata di mano
- Fino ad oggi il Partito comunista è stato visto con due prospettive: quella della speranza e quella della paura. Dopo l’episodio di oggi credo che la prospettiva della speranza sia cancellata
- Boniperti ha costruito la Juve dei ’70 e degli ’80 come [Ferruccio] Novo edificò il Grande Torino, pezzo su pezzo, un Gentile qui, un Tardelli là. Non con il piglio onnivoro, urlato, di Berlusconi dalla fine degli Anni 80 in poi.
- Coi profitti a zero la crisi non si risolve ma si incancrenisce e può produrre il peggio. Noi abbiamo due sole prospettive: o uno scontro frontale per abbassare i salari o una serie di iniziative coraggiose e di rottura per eliminare i fenomeni piú intollerabili di spreco e d’inefficienza. È inutile dire che questa è la nostra scelta.
- Come fai a dire che sei innamorata? Solo le cameriere si innamorano. Solo le cameriere, Galvano e te. È una cosa da riviste di terz’ordine
- Come tutti i politici, anche Montezemolo è molto sensibile a quello che scrivono i giornali. Anzi: è più sensibile ai giornali che ai fatti. Sbaglia.
- Platini? L’abbiamo comprato per un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il foie gras
- De Mita […] lo considero un tipico intellettuale del mezzogiorno, di quella formazione filosofica, di quella tradizione di pensiero tipica della Magna Grecia.
- Di stile Juventus parlano gli altri, non noi
- John è giovane ma ha dimostrato di possedere notevoli capacità e doti morali.