Frasi di Francesco Totti

frasi-di-francesco-tottiEcco una lista, unicamente per voi, di frasi di Francesco Totti.

Francesco Totti è un calciatore famosissimo, capitano della magica squadra di calcio romana. Oltre ad essere un calciatore, egli è anche un idolo per molti, ragazzi e non, ed una persona molto stimata da tutti, una personalità prorompente e veramente speciale, oltre che una persona molto generosa. Si distingue per la sua bravura in ambito calcistico, per la sua fedeltà alla maglia della Roma, ma soprattutto per la sua simpatia.

Di seguito troverete raggruppate in una lista le migliori frasi di Francesco Totti, frasi simpatiche, ma anche molto sagge. Una cosa è certa: la passione per il suo lavoro e la fede per la Roma è lampante ogni volta che parla. Potete rendervene conto leggendo la nostra raccolta di

Frasi di Francesco Totti

  • Mi sfottono per l’accento, per i modi, per qualche parolaccia. Se lo dice Valentino Rossi, col suo dialetto, tutti ridono; se lo dico io, sono un coatto, un ignorante, un burino. Forse dispiace che un giocatore importante stia a Roma e non altrove. Il potere del calcio non è un’esclusiva del Nord, ma la musica è sempre la stessa: noi romani siamo viziati, pigri, prepotenti. La pensino come vogliono, io sono nato romano e romanista. E così morirò.
  • Per me i romani e i romanisti non sono né tifosi né amici. Sono tutti fratelli.
  • Quando ero piccolo e annavo a giocà a’ pallone con ragazzi che non conoscevo e stavano a fa le squadre se finiva sempre con “palla o regazzino?” poi dopo 2 minuti di gioco ed un paio di tunnel tutti: “Refamo le squadre, refamo le squadre il regazzino è troppo forte!”.
  • Nel 2008 la squadra che doveva vincere lo Scudetto era la Roma. Poi per qualche episodio è riuscita a vincerlo l’Inter.
  • Avrei potuto vincere molto con altre squadre, ma sono orgoglioso di quello che ho fatto con questa maglia. Altri trionfi con una casacca diversa non mi avrebbero dato le stesse emozioni che ho provato qui, da capitano.
  • Mi piace questa sensazione di essere nato e cresciuto nella città più bella del mondo. Quando i calciatori delle altre squadre vengono a giocare a Roma, quasi sempre fanno un giro turistico. Qui si giocano sempre partite dure, con difensori rocciosi che intervengono al limite del regolamento, che mi scalciano anche più del dovuto. Poi ho capito. In queste occasioni, al centrocampista della periferia bulgara, al terzino ucraino, al trequartista moldavo, si alza l’indice di rosicamento. Perché noi stiamo a Roma e loro no. Potranno pure strappare un 1-1 con un colpo di fortuna, ma al fischio finale io me ne resto qui, a vivere la mia vita a Roma, e loro no.
  • Sono cresciuto nella Roma e morirò nella Roma, perché sono sempre stato tifoso della Roma.
  • Uno allenatore ci nasce. E, come prima cosa, deve avere un carattere forte.
  • Credo sia uno scandalo che un giocatore come Raul, capace di segnare ogni anno 20-30 goal e vincitore di tutti i trofei più importanti a livello di club, non abbia ancora vinto il pallone d’oro. Per il pallone d’oro penso che sia già tutto scritto, ogni anno.
  • L’augurio più grande che posso fare a tutti i ragazzi e ai calciatori che avranno l’opportunità di indossare la maglia numero 10 della Roma è di scambiarla un giorno con un grande campione come Messi. Tutti devono avere questa possibilità. La maglia numero 10 è la mia seconda pelle, ma tutti dovranno avere la possibilità di cullare quel sogno, di indossarla e soprattutto di onorarla.
  • La mia ultima maglia della Roma? È stata una battuta. Ho avuto una carriera lunga e bella, ma gli anni stanno passando e tutto procede molto velocemente. Aver potuto indossare questa maglia è stata l’emozione più grande della mia vita. A parte la lealtà che ho dimostrato, quello che mi ha spinto a restare qui è stata la passione e l’amore che nutro per il club
  • La parola leader non mi è mai piaciuta, io mi metto a disposizione della squadra. È normale che mi senta un giocatore importante, quello sì, ma alla fine rispetto tutti alla stessa maniera. Non è che io debba avere più considerazione degli altri perché sono Totti, romano, romanista e capitano.
  • Dicono che è stato un mio limite non aver mai cambiato squadra. In realtà era il mio sogno sin da bambino. Qui ho tutto e sto bene, si vince poco ma è una scelta di vita. Quello che dice la gente non mi interessa: se mi criticano nonostante i miei 200 gol vuol dire che di calcio non capiscono niente.
  • Nun te preoccupà, mo je faccio er cucchiaio.
  • Quando ero bambino e poi anche da ragazzo tra noi amici a quello che correva più forte si chiedeva sempre: “Ma chi sei, Mennea?” perché a quei tempi per noi Mennea rappresentava il mito della velocità. Lui è stato il nostro orgoglio, ha affrontato i più grandi corridori e li ha battuti.
  • È il calcio, è il pallone, come se ci fosse la sua faccia su quella sfera che gira. Quello che ha fatto lui con la palla non l’ha fatto mai nessuno e non lo farà mai nessuno. Ha fatto cose straordinarie, tutto quello che c’era da fare l’ha fatto. L’ho conosciuto e mi emoziona vedere la foto di noi due abbracciati. (riferimento a Maradona).
  • Resterò alla Roma a vita, anche se dovesse finire in C2. Non riesco a vedermi con una maglia diversa da questa.
  • La Roma per me è tutto quello che può desiderare una persona: passione, amore, gioia.
  • Da bambino ammiravo il Real Madrid, ma sognavo di essere capitano della Roma, perciò il gol al Bernabeu in giallorosso è stato meraviglioso.