Frasi e Aforismi di Diego Armando Maradona

maradonaEcco a voi una raccolta delle più celebri Frasi e Aforismi di Diego Armando Maradona.
Chi ama il calcio ama Diego Armando Maradona e lo considera il più forte di tutti i tempi, inarrivabile. El Pibe De Oro ha donato al gioco del calcio, grazie al suo estro e alla sua classe cristallina, momenti di vera poesia, di arte allo stato puro. Le citazioni, le frasi e gli aforismi di Diego Armando Maradona ne raccontano il personaggio, un uomo sempre sopra le righe, sia in campo che fuori dal rettangolo verde. Un uomo che ha sempre lasciato il segno sia con i piedi che con le sue affermazioni.
Questo post dedicato alle Frasi e agli Aforismi di Diego Armando Maradona vuole essere un banale omaggio a chi è riuscito laddove altri non potranno mai, con un pallone tra i piedi. Ha fatto innamorare milioni di persone del gioco del calcio, riuscendo a siglare reti impossibili e giocate fantasmagoriche. Da amanti del calcio ringraziamo Maradona per lo spettacolo che ci ha saputo regalare e riportiamo qui di seguito la lista di tutte le più belle

Frasi e Aforismi di Diego Armando Maradona

  • Carlitos sente la maglia, è il giocatore del popolo. Non è morto, è stato ucciso…. Ha litigato con Grondona e Bilardo e l’hanno fatto fuori dall’Argentina.
  • [Dopo Real Madrid-Juventus (0-2) del 5 novembre 2008, dove Del Piero siglò una storica doppietta] Certo che Del Piero non invecchia vera­mente mai!
  • Forse, se fossi finito alla Juventus avrei avuto una carriera più lunga, tranquilla e vincente. Non rimpiango nulla, ma per quel club ho sempre avuto ammirazione e rispetto.
  • [Lionel Messi] Gioca a calcio come Gesù. La cosa migliore è che Leo sia argentino, non brasiliano, spagnolo, tedesco, francese o italiano e tutti dovranno riconoscere che il migliore del mondo è nato in questo paese.
  • [Nel giugno 1978] Ho due sogni: il primo è giocare un Mondiale, il secondo è vincerlo.
  • I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli.
  • Icardi non è della famiglia del calcio.
  • [17 maggio 1989, entrando al San Paolo con la coppa Uefa appena conquistata] Il più bello dei miei trofei? L’ultimo perché è più recente
  • [22 giugno 1986, prima della partita con l’Inghilterra] In campo non ci si batte con le armi, bensì col pallone. E comunque no, non so parlare in inglese, ma anche se lo conoscessi non lo parlerei.
  • La Fifa è governata da dinosauri. Blatter è uno che non ha mai tirato un calcio ad un pallone e dunque credo sia la persona meno opportuna per ricoprire un ruolo istituzionale così importante.
  • Lo giuro sulle mie figlie: non mi sono mai drogato.
  • Mi chiedo se Leonardo è un giocatore, un allenatore, un agente o un mercante di petrolio. Non capisco. Questa è la prova che nel calcio saper fare lobbing alla fine paga.
  • […] miglior giocatore del mondo: sì, Totti mi convince più di Zidane e di Beckham. Sa rendere semplici le cose difficili, sa far giocare bene la squadra.
  • Non capisco molto Leonardo. Non l’ho capito quando è passato dal Milan all’Inter e capisco ancora meno quello che fa oggi con il Psg. Mi chiedo se sia un giocatore, un allenatore, un agente o un petroliere. Non capisco. Questa è la prova che nel calcio saper fare lobby paga.
  • Piuttosto che appartenere alla famiglia Fifa preferisco essere orfano.
  • [A Giampiero Boniperti] Se fossi venuto alla Juve quando dovevo, magari avrei avuto una vita privata più serena.
  • Secondo me Icardi è un traditore. Va a casa [di Maxi Lopez], gioca a fare l’amico e poi gli soffia la donna. Questo è tradimento. Ai nostri tempi, solo se guardavi la donna di un compagno, nello spogliatoio ci saremmo alternati per prenderlo a pugni.
  • Sì, Messi è il nuovo me. Tanti sono stati accostati a me, ma credo che con lui si sia definitivamente trovato il mio erede. È capace di azioni uniche, di magie irripetibili con il pallone, e tutto ciò lo rende speciale. Ma non solo: è un fenomeno anche nel gioco di squadra, sacrificandosi spesso per i compagni. Pressa e difende come tutti gli altri in fase di non possesso. E poi, quando gli arriva la sfera, è capace di cose che non ti aspetteresti mai.
  • [Dopo essere stato trovato positivo alla cocaina, 15 agosto 1991] So di aver fatto del male prima di tutto a me stesso e quindi alla mia famiglia, alle mie figlie. Credo che in futuro imparerò a volermi più bene, a pensare di più alla mia persona. Non mi vergogno però. Non ho fatto male a nessuno, salvo a me stesso e ai miei cari. Mi dispiace, sento una profonda malinconia, soltanto questo. […] Non voglio più essere costretto a giocare anche quando non sono in grado, a farmi infiltrare di cortisone perché devo essere in campo per forza per gli abbonamenti, per gli incassi, perché bisogna vincere a qualunque costo per lo scudetto o per la salvezza, perché in ogni partita ci si gioca la vita. A me gli psicologi stanno cercando di levarmi il vizio della cocaina, non quello di vivere.
  • Tutti dicono: questo è stato il migliore del Barcellona, questo è stato il migliore del Real Madrid, questo è stato il migliore del Chelsea, questo è stato il migliore… Io sono orgoglioso di essere stato il migliore a Napoli.
  • [Su Gonzalo Higuain] Adesso la mia previsione mi conferma il pronostico ancor di più e avendo avuto la notizia che il pipita e il nuovo attaccante del Napoli la mia gioia è doppia perché sempre più azzurra, in primis sono contento per il giocatore che è sempre stato un mio degno pupillo e poi sono sicuro che potrà dare delle grandi soddisfazioni ai miei concittadini e tifosi Napoletani che meritano il rispetto dell’Italia intera e dell’Europa calcistica perché sono l’esempio dello sport e dei valori sani, e poi un vero argentino non può mai giocare a Torino…
  • Vedere giocare Messi è meglio che fare sesso.
  • Voglio diventare l’idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono come ero io a Buenos Aires.
  • So di non essere nessuno per cambiare il mondo, ma non voglio che entri qualcuno nel mio per condizionarlo.
  • Negli ultimi tempi in Italia ero come un bolide di Formula Uno che andava a trecento all’ora e non si fermava mai. Ma questo non importava a nessuno. Pensa che quando fui arrestato a Buenos Aires, qualcuno che conta mi ha detto “E adesso, che dirà mio figlio?”. Non gli fregava niente del Maradona in crisi, dell’uomo prostrato, in difficoltà, distrutto, bisognoso di aiuto, era solo preoccupato dell’idolo infranto, del giocattolo che s’era rotto. E non gli passava nemmeno per la testa che l’esempio per suo figlio dovesse essere lui, non un giocatore di pallone. Forse poteva essere così una volta, quando lo sport era diverso e noi non eravamo solo gli ingranaggi di una macchina di immensi interessi economici, politici, industriali, di immagini. E poi anche se fosse così, la realtà è che io non me la sentivo più di essere un simbolo, di rappresentare qualcosa, di reggere tutto lo stress che procura questa macchina, questo calcio. Confesso la mia incapacità, la mia fragilità, anche se la mia presunzione, il mio orgoglio mi facevano apparire diverso.
  • Sì, ho litigato con il Papa. Ci ho litigato perché sono stato in Vaticano, e ho visto i tetti d’oro, e dopo ho sentito il Papa dire che la Chiesa si preoccupava dei bambini poveri… allora venditi il tetto, amigo, fai qualcosa!!!
  • [Su Pelè] Come giocatore è stato il massimo, però non ne ha saputo approfittare per far progredire il calcio. Lui pensava politicamente, pensava che sarebbe potuto diventare il presidente dei brasiliani… avrei preferito che si proponesse come me, per presiedere un’associazione in difesa dei diritti dei giocatori, che si occupasse di Garrincha e non lo lasciasse morire nell’indigenza, che lottasse contro le azioni dei potenti che ci limitano… Non voglio mettermi a confronto con lui, l’ho sempre detto e lo ripeto. E quando dico di mettermi a confronto con lui non parlo solo di questioni calcistiche… ho avuto molte opportunità di incontrarlo… era una questione di pelle, ci urtavamo troppo; ci vedevamo e partivano le scintille.
  • [Su Johan Cruijff] Sono riuscito a vederlo solo al tramonto, ma mi è sembrato un giocatore fantastico. Era più veloce degli altri, sia fisicamente che mentalmente, e sfruttava bene le sue doti. Accelerava come Caniggia, da uno a cento e poi frenava. E aveva una visione del campo impressionante. Qualche volta ha detto delle fesserie su di me, senza conoscermi bene.
  • [Su Mario Kempes] Un fenomeno, lo adoro sia come persona che come giocatore.
  • [Su Hristo Stoičkov] È diventato un gran giocatore in Spagna, al Barcellona. Prima era soltanto un goleador, poi però è diventato un fenomeno. A parte questo, un bel tipo, una gran persona.
  • [Su Careca] Un fenomeno e un amico. Uno dei migliori compagni che abbia avuto in tutta la mia carriera.
  • [Su Marco Van Basten] Una macchina da gol che si è rotta proprio quando stava per diventare il migliore di tutti. Lo è stato ugualmente, ma non è arrivato a essere il numero uno.
  • [Su Zico] Un direttore di partite. Gli hanno dato la maglia numero 10 di Pelè e se l’è infilata senza problemi: aveva un’autorità da grande. Un tipo sensazionale e un giocatore fantastico.
  • [Su Michel Platini] Gran livello, un fenomeno. In Italia ha vinto tutto, ma mi ha sempre dato l’impressione di non divertirsi giocando a calcio. Era molto freddo, troppo.
  • [Su Ruud Gullit] Un toro… Era più brutale che tecnico, però suppliva a tutto con la sua potenza, la sua preparazione fisica.
  • [Su Roberto Baggio] Il Bello è un grande, anche se non è mai arrivato a sviluppare del tutto le sue potenzialità.
  • [Su Alessandro Del Piero] Questo invece sì, questo è diverso da Zidane, a lui piace giocare, lo sente nell’anima; tra lui e il francese, scelgo lui.
  • [Su Gabriel Batistuta] Un animale, un animale che, come dico sempre, grazie a Dio è argentino. Il nostro calcio non lo sa valorizzare e se non avessimo fatto il putiferio che abbiamo fatto tutti noi che lo volevamo, Passarella non l’avrebbe neanche portato ai Mondiali [del 1998].
  • [Su Lothar Matthäus] Il miglior avversario che abbia avuto in tutta la mia carriera, credo che basti questo per definirlo.
  • [Su Jorge Valdano] Una persona straordinaria con la quale mi piaceva, mi piace e mi piacerà sempre giocare a calcio e parlare. Eternamente.
  • [Su René Higuita] Un personaggio bellissimo, un loco. L’ho già detto: è stato lui a inventarsi che i portieri tirassero i rigori, punizioni e facessero gol. Che nessuno si azzardi a togliergli il brevetto, chiaro ?
  • [Su George Best] Era un gran giocatore, più loco di me.
  • [Su Ciro Ferrara] Una volta gli ho detto che era il miglior difensore del mondo. Non so se era vero, ma io la sentivo così. Gli voglio talmente bene… Il miglior amico che mi abbia lasciato il Napoli.
  • [Su Osvaldo Ardiles] Un’altra di quelle persone che adoro sentir parlare, come Valdano. Si preoccupava più della squadra che di se stesso. Un fenomeno.
  • [Su Gianfranco Zola] È stato il mio successore al Napoli. Era molto attento alle cose che facevo io durante gli allenamenti… e qualcosa gli è restato. Una grande persona, anche.
  • [Su Gaetano Scirea] Un cavaliere, un grande avversario. La sua morte mi ha dato molto, molto dolore.
  • [Su Sócrates] Oltre a essere un giocatore di primissimo livello, ha combattuto molto per i diritti dei giocatori, come me. Per protestare indossava sempre la bandana vietata dalla FIFA.
  • [Su Franz Beckenbauer] L’ho conosciuto da piccolo. Io ero nella nazionale giovanile che si preparava al mondiale del 1979 e lui, un grande da tempo, giocava nel Cosmos. Mi ha sempre colpito la sua eleganza di gioco.
  • [Su Bernd Schuster] Lo fecero passare per pazzo, il tedesco, per buttarlo fuori dal calcio. Era loco, è vero, come me. Mi è stato accanto nelle battaglie contro Nuňez. Un giocatore straordinario, a tutto campo.
  • [Su Karl-Heinz Rummenigge] Tedesco, tedesco in tutti i sensi. Per batterlo bisognava ammazzarlo.
  • [Su George Weah] Pura roccia, el negro. E anche un buon combattente fuori dal campo: è stato uno dei primi a unirsi al mio sindacato e vive lottando per il suo paese, la Liberia.
  • [Su Hidetoshi Nakata] Se tutti i giapponesi cominciassero a giocare come lui, saremmo perduti. Sa cosa vuol dire tirare la palla, dribblare… Meno male che per il momento i giapponesi si occupano d’altro.
  • [Su David Beckham] Un altro troppo carino per andare in campo. Anche se è molto preso dalla sua Spice Girl, qualche volta trova il tempo di giocare e lo fa bene, molto bene… Con il Manchester ha vinto tutto, ma deve qualcosa alla nazionale.
  • [Su Shaquille O’Neal] L’altro giorno stavo guardando la televisione e sono quasi morto: c’era il negro Shaquille che camminava per il corridoio interno di uno stadio e qualcuno gli aveva tirato un pallone da calcio. Il moro se l’era passato da un piede all’altro con quella specie di stivali che ha al posto delle scarpe, aveva provato a fare un palleggio, poi aveva guardato nella macchina da presa e aveva detto: “Diegoumaradouna!”. Morivo, un altro po’ morivo! Sono rimasto così davanti al televisore. Mi piaci, Shaquille!
  • Esiste un Maradona femmina? Sì, Ornella Muti.
  • Non sono contro gli omosessuali. Anzi, è bene che si moltiplichino, perché aumenta la richiesta di veri maschi.
  • Meglio amare una donna bella e stupida. Anzi, è meglio essere belli e stupidi tutti e due.
  • L’atteggiamento più eccitante di una donna è quando si sdraia supina. Oppure quando si inchina e ti mostra il culo. Ricordo ancora la prima volta che vidi Claudia. Lei era di spalle e notai che aveva un culo incredibile.
  • Per mia madre sarei disposto a uccidere, a smetterla con il calcio. Mia madre è il mio amore più grande.
  • Il mio sogno segreto? Conoscere, finalmente, la principessa di Monaco.
  • Se non sono felice dentro, non riesco ad essere un campione.
  • Tre anni qui a Napoli mi hanno dato tanto, ma mi hanno anche tolto. Non posso uscire, in tre anni non ho imparato una strada di Napoli.
  • Io corro, io lotto, ma soprattutto dialogo con la palla, per divertire la gente.
  • Io sono sinistro, tutto sinistro: di piede, di fede, di cervello.