Frasi di Renato Zero
Con il post di oggi andremo a vedere le frasi di Renato Zero, uno degli artisti che più fanno discutere, uno dei più divisivi, direbbero quelli che parlano bene, senza rendersi forse conto che nella parola divisivi c’è sia il termine divo che una desinenza che può andar far andare con la mente alla parola televisivi. Le frasi di Renato Zero dicono questo e tanto altro. Tanto che ancora oggi, a distanza di molti anni del suo apice, appassiona ancora milioni di fans.Come mai?
Renato Zero è un cantante, un artista, uno swowman che sa tenere la scena come pochi altri al mondo, capace di usare magistralmente il suo corpo e il suo carisma per comunicare anche tacendo.
Un fenomeno, insomma; ma questo lo sapete già.
Magari per non sapete alcune di queste
Frasi di Renato Zero
- Viva la RAI, ci fa crescere sani… viva la RAI! Viva la RAI, quanti geni lavorano solo per noi! Viva la RAI… Con il suo impero, dice la RAI… Soltanto il vero, viva la RAI… Dimmi da quale parte stai!
- [Mina adesso è] una compagna, una madre, una nonna. Non si sente un mito; gira tra la cucina, il salotto, la sala di registrazione… se la guardi allo specchio non vedi la star, ma la donna. Approvo la sua scelta di ritirarsi dalle scene all’apice del successo. La fama a volte ti risucchia l’anima.
- Io non ci sarò forse fisicamente, ma tutte le volte che alzerete un pugno per gridare basta, sarò lì.
- Quando Lucio Battisti usciva con un suo album faceva a tutti noi un grosso favore. Perché i suoi erano dei capolavori, quindi tu, con il tuo prodotto, dovevi cercare di non essere troppo scarso. Lucio lo ha fatto per anni. Poi ha prodotto dischi più raffinati e un po’ meno accessibili, ma è giusto che un artista cresca, anche perché con lui cresce il pubblico. Quando alla gente dai solo cazzate, non puoi imputare al pubblico di comprare solo cazzate. Un pubblico educato recepisce anche prodotti un po’ più complessi. Magari non subito, ma basta dargli tempo.
- L’amicizia vuol dire essere molto intraprendenti, non lasciare scampo MAI a qualcuno, spiarlo continuamente, entrare in un supermercato, in un qualunque altro posto improbabile, per gente come Me che viene quasi sempre immaginata lontana dalla vita, lontana dalla gente, lontana dal mondo, da guai, dai… casini! E, invece, l’amicizia è proprio questo : uscire di casa molto spesso perché a casa ci si rattrista… La casa va bene quando la sera si è combinato qualcosa di buono e si ritorna per ingraziare del cibo, nel nostro letto, di quella stanchezza formidabile che ci riporta a casa, ma io a casa non ci sto perché devo venire a scovarvi dovunque siete, sempre! Perché sono malato di voi, perché ho bisogno di vedervi, di sapere che ci siete!
- Devi sapere che a Roma c’è un detto che dice “Di Renato ce n’è uno, tutti gli altri sò nessuno”, evvai!
- Ringrazio spesso la diffidenza di molti di voi, che era forse giustificata perché gli alieni in quegli anni sbarcarono sulla Terra. Me ne accorsi io perché ero uno di loro. Ma molti altri hanno dovuto attendere che il progresso facesse in modo che questi alieni poi, che tanto noi aspettavamo chissà da quale pianeta, sono fra noi. Io sono uno di loro e li rappresento modestamente tutti.
- […] la musica non è una velleità, è un impegno anche sociale, anche culturale. E mi piacerebbe che finalmente questa dottrina fosse assimilata e che questi giovani, per toglierli casomai dalla nullatenenza e dai rischi di questi internet possano essere accolti dalla musica. Fate in modo che la musica venga insegnata nelle scuole, soprattuto fra i bambinetti.
- Mi vendo la grinta che non hai, in cambio del tuo inferno ti do due ali sai… (da Mi vendo)
- Vivrò cent’anni e una vita in più e che il conto torni o no, io me ne fregherò!!! (da Vivo)
- Quanta violenza sotto questo cielo: un altro figlio nasce e non lo vuoi; gli spermatozoi l’unica forza a tutto ciò che hai… (da Il cielo)
- Ma che uomo sei se non hai il cielo!? (da Il cielo)
- L’indirizzo ce l’ho, rintracciarti non è un problema | ti telefonerò, ti offrirò una serata strana | il pretesto lo sai: quattro dischi e un po’ di whisky…. (da Triangolo)
- Lui chi è? | come mai l’hai portato con te? | il suo ruolo, mi spieghi qual è? | Io volevo incontrarti da sola… semmai. (da Triangolo)
- Cercami, non soltanto nel bisogno, tu cercami, con la volontà e l’impegno, reinventami. (da Cercami, n. 2)
- Sono stato invadente, eccessivo, lo so, il pagliaccio di sempre, anche quello era amore però. (da Cercami, n. 2)
- Oggi che fatica che si fa, com’è finta l’allegria, quanto amaro disincanto. (da Cercami, n. 2)
- Io sono qui, insultami, feriscimi; sono così: tu prendimi o cancellami. (da Cercami, n. 2)
- Io resto qui mettendo a rischio i giorni miei, scomodo sì perché non so tacere mai… Adesso sai senza un movente non vivrei… comunque. (da Cercami, n. 2)
- A me Renato Zero non piace per niente. Non mi dice niente. Non ha una grossa personalità: è un goliardico che ha indovinato una sola canzone: «Triangolo», le altre sono tutte canzoni mediocri. Anche fisicamente non mi colpisce. Ha le labbra sottili, lo trovo antipatichino. Del resto è uno che fa delle «cosine», scrive delle «canzoncine», ha interpretato un «filmino», tutto in tono minore. Chiunque si truccasse come lui. si mettesse i brillantini in faccia e in testa, ostentasse la sua ambiguità, potrebbe essere un Renato Zero. Onestamente non capisco il successo di Renato Zero come cantante. (Paolo Limiti)
- A me Renato Zero piace tantissimo: è un grandissimo artista, me Io ha riconfermato a Venezia, se mai ce ne fosse stato bisogno. Sa stare sulla scena, ha quel qualcosa in più che lo rende grande, al di là di quello che canta e di quello che dice. Come persona non lo conosco molto, però a Venezia è stato affettuosissimo e carino con mia figlia Michela e così mi ha conquistato totalmente. Non si dà arie, è sensibile, signorile, insomma mi piace tanto. (Iva Zanicchi)
- Conosco Renato da 10 anni e mi è sempre piaciuto molto. Adesso è di moda, ma a me piace da 10 anni, appunto. È uno show-man completo. Pochissimi, per non dire nessuno, sono come lui in Italia. Lui come Rod Stewart, che fa spettacolo per un’ora e mezza, senza cedere un attimo, incatenando il pubblico. Ha scritto canzoni come «Triangolo» e «Il carrozzone» che bastano da sole a fare il successo di un cantante. È una ventata nuova in un mondo un po’ vecchio come quello della canzone italiana. Logico quindi che piaccia ai giovani, assetati di novità, che i giovani lo capiscano e impazziscano per lui. (Helmut Berger)
- È un urlatore di aforismi con carisma: ed è forse per questo che al di là di tutto lo show è appassionante, a tratti emozionante: Zero può essere giudicato tutto tranne che noioso. E va osservato che probabilmente il geniale affarista dell’adolescenza in cerca di punti di riferimento non creda a una parola di quello che canta e dice. (Mario Luzzatto Fegiz)
- Ho visto Renato Zero solo in televisione, ma conosco i suoi dischi, anzi li ho tutti a casa mia a Madrid. Mi piace molto, lo ammiro, lo stimo, è un grande show-man. Vi confesso che farei volentieri uno spettacolo con lui, accetterei a volo una simile proposta. E chissà che un giorno questa idea non possa diventare realtà… Io me lo auguro. (Miguel Bosé)
- Il giovanotto vestito come la Osiris, sollecita la fantasia, frantuma gli schemi abituali, ipotizza triangoli che turbano qualche sonno. (Maurizio Costanzo)
- Il suo viso prepotentemente italiano, anzi romano, il suo sguardo fulmineo, la sua capacità di ipnotizzare le folle con un solo gesto, lo fanno uno dei personaggi più carismatici della nostra civiltà di rammolliti e di indecisi.(Sandro Sacchi)
- L’ho intravisto una volta cantare in TV, questo Renato Zero. So che esiste, ne sento parlare da tutti, ma non so che dire su di lui. Le mascherate non mi interessano. Sarà anche un ottimo ragazzo, canterà anche bene, ma proprio non mi colpisce. Questo fatto che si trucchi, si travesta, si metta in maschera insomma, mi allontana, mi rende diffidente. (Maurizio Arena)
- Mi piace Renato Zero perché è bravo, al di là di tutte le apparenze che sono solo esteriori, superficiali. Alla base del suo personaggio un po’ folle ci sono canzoni bellissime, che lui canta bene. I miei figli vanno pazzi per lui, come succede a tutti i bambini, e trovo che sia giusto così, perché Renato è uno «vero», uno «giusto». Lo conosco da moltissimi anni ed è sempre stato così. (Gianni Morandi)
- Penso di Renato, tutto il bene possibile. Penso che sia pieno di fantasia. Non è vero che imita i cantanti ambigui inglesi come dicono. Lui è così da 10 anni, si è sempre vestito in un certo modo folle, non imita nessuno. È un ibrido, ma la sua vera forza sta nel fatto che lui è nato in borgata, a Roma, tra la gente vera. Ed è rimasto un “borgataro”, con la sincerità, l’umanità di quella gente. Più che un ambiguo, è uno di loro. Per i ragazzini è una fiaba, è Disneyland, con sogni e speranze. Anche per i ragazzini è uno di loro. Per questo ha successo. (Ornella Vanoni)
- Renato è il mio più grande amico: lo conosco da quando facevamo, insieme, i primi passi in questo mondo dello spettacolo in cui le amicizie sono così difficili. Gli voglio bene e lui me ne vuole. Ho tanti ricordi legati a lui, alla nostra «gavetta». Ma anche se non lo conoscessi, se non gli volessi bene, direi che Renato è ineguagliabile, unico, superlativo. Il fatto che il pubblico, il grosso pubblico, oggi, lo apprezzi, è un fatto positivo, che apre tante strade a tutti noi cantanti. Oggi, proprio grazie a Renato, il mondo della canzone è più aperto, più vivo, più libero. (Loredana Bertè)
- Renato Zero come cantante mi piace: è bravo. È anzi talmente bravo che non avrebbe bisogno di ricorrere ai trucchi, ai vestiti folli, agli atteggiamenti ambigui. Forse l’apparire così gli è stato utile per creare un personaggio; oggi potrebbe farne a meno, e devo dire che ne sarei contento, perché certe forzature esteriori in lui mi disturbano un pochino. Però accetto anche quel lieve senso di fastidio davanti alla sua bravura, che una persona di spettacolo come me riconosce subito come autentica. È il più interessante degli ultimi cantanti, e merita il successo che ha. (Alberto Lupo)
- Renato Zero non mi interessa. Lo conosco da quando ero piccolo. Secondo me non è un personaggio vero, è tutto costruito a discapito della buona fede dei giovani. Io ho troppo amato David Bowie perché possa amare un sottoprodotto di Bowie. Mi sta bene tutto, l’ambiguità, I’omosessualità, non ho tabù, ma proprio l’attività artistica di Zero non mi dà emozione. Nessuna. (Franco Califano)
- Renato Zero sfida, con la provocante civetteria di una soubrette di lusso e di talento, pregiudizi e tabù, sessuali e non. Ma non è un iconoclasta, chè se indulge o, comunque, protesta la liceità dell’amore socratico, discute l’aborto, censura la droga, rivendica la fede, predica la fratellanza. Il suo charme è soprattutto l’ambiguità, inquietante e accattivante, fatta di vistosi travestimenti, maliziosi ammiccamenti, equivoci, e inequivocabili, ancheggiamenti. Vedendolo, ma anche ascoltandolo ci si domanda se in lui ci sia più Adamo o la sua costola. Forse ci sono entrambi, in dosi sapientemente bilanciate. (Roberto Gervaso)
- Stimo e ammiro Renato Zero non solo come cantante ma anche come essere umano. Renato Zero conquista il pubblico perché rappresenta la libertà raggiunta con la micidiale arma del candore. Mi dà l’impressione di un anarchico pieno di lustrini e misticismo che potrebbe essere la versione moderna di un santo di ieri. (Tomás Milián)