Frasi di Mourinho
Il portoghese Josè Mourinho è uno che o si odia o si ama.
E anche le frasi di Mourinho sono di quelle che fanno ed eccome discutere.
Difficile trovare un compromesso con una persona del genere.
Persona che si è autodefinita Special One, ma che, per certi versi potrebbe anche permetterselo dal momento che è diventato uno degli allenatori più pagati del pianeta, se non il più pagato, partendo da interprete per Bobby Robson al Barcellona. Celebri le frasi di Mourinho, delle sue interviste, delle sue conferenze stampa sempre ad effetto e che fanno sempre notizia.
I motivatori e gli esperti di marketing lo adorano e lo prendono a esempio, gli amanti del calcio storcono il muso per il suo calcio sparagnino e anche un po’ furbetto.
Ma andiamo un po’ adesso a vedere alcune
Frasi di Mourinho
- Vi prego di non chiamarmi arrogante, ma sono campione d’Europa e credo di essere speciale
- Non sono il migliore del mondo, ma penso che nessuno sia meglio di me
- Ma io non sono un pirla
- Negli ultimi due giorni non si è parlato di una Roma e di un Milan che finiranno con zero titoli, di una Juve che ha conquistato tanti punti con favori arbitrali.
- Cruijff dice che non sono un esempio per i giovani? Non ricordo una mia squadra che ha perso e i miei avversari non hanno potuto festeggiare in campo perché avevamo azionato gli idranti
- Sento il rumore dei nemici e mi piace
- Benitez? Mi aspettavo mi ringraziasse per il titulo
- Area con venticinque metri ce n’è solo una in Italia (riferendosi alla Juventus)
- A me non piace la prostituzione intellettuale, a me piace l’onestà intellettuale
- Sono stato influenzato più dalla filosofia del Barça che da qualsiasi altro allenatore. Sono stati quattro anni della mia vita assolutamente fondamentali
- Il primo anno non è il più indicato per arrivare al successo. Ma mi piace mettermi addosso quel tipo di pressione. Il lungo termine implica un certo rilassamento. Mi piace dire che è necessario vincere subito
- Tre anni senza vincere una Premier? Non credo avrei ancora un lavoro (riferendosi a Benitez)
- Ad eccezione di Capello, il resto degli allenatori che sono stati al Real volevano iniziare a farsi un curriculum. Quando sono arrivati si sono dovuti mettere a sperimentare ed hanno accusato la differenza di livello rispetto ai giocatori. Per questo motivo il club ha scelto ora un allenatore che ha vinto più dei giocatori ed ha un curriculum più importante
- Il gruppo è più della somma delle parti. Eto’o è un gran esempio. Lui è un giocatore con una grande reputazione, un attaccante, ma quando la squadra è in difficoltà e ha bisogno di lui per un lavoro aggiuntivo, lui è il primo a farlo. Quando hai questo tipo di giocatori e sono capaci di fare questo, è facile essere un leader
- Mi trovavo con Pep al Barcellona, ho una foto con lui mentre ci diamo un super abbraccio. La mia relazione è buona.
- Capisco perfettamente perché Alex Ferguson è ancora al lavoro a quell’età e penso che anch’io farò lo stesso. Amo il calcio e amo allenare. Sarò ancora giovane quando avrò compiuto 50 anni e ho ancora molto tempo davanti
- Van Gaal è una persona molto sicura e quando ero giovane, è stato molto importante. Mi ha dato la fiducia per allenare la squadra dalla panchina. Nelle amichevoli, nelle partite di Copa Cataluña, mi ha dato la responsabilità di essere l’allenatore. Mi diceva: ‘Vado in tribuna, fai le sostituzioni alla squadra’, quindi è stato molto importante nella mia crescita.
- C’è una cosa nella quale credo che siamo uguali, è che siamo due grandi allenatori (riferendosi a Guardiola)
- Un vincente non è mai stanco di vincere e io non voglio perdere mai
- Non sono più l’allenatore del Chelsea per cui non devo preoccuparmi di difendere gli interessi del club e credo che sia giusto segnalare che Fernando Torres è un simulatore, così come Drogba, Cristiano Ronaldo e Robin Van Persie. Il calcio inglese critica tanto la cultura della simulazione ma poi si smentisce. […] Credo che Drogba sia oggi più forte rispetto a quando l’ho avuto al Chelsea, e Ronaldo e Torres sarebbero ancora più forti di quello che sono se pensassero a giocare. Ingannando, invece, sono diventati i giocatori a cui hanno fischiato più rigori a favore negli ultimi cinque anni
- Ho sempre detto che i miei giocatori sono i migliori del mondo: l’ho fatto quando allenavo una piccola squadra, l’ho fatto al Porto e poi al Chelsea. Ora i migliori del mondo sono i calciatori dell’Inter
- Non è vero, Mourinho non crea polemiche, Mourinho ‘run away’ come si dice in Inghilterra. Io non fuggo le polemiche, ma nemmeno ci vado incontro, però se qualcuno tocca la mia squadra io sono il primo a difenderla, niente di più
- Per molte ragioni, molto probabilmente dopo il Real Madrid tornerò in Inghilterra. Per me lo scenario perfetto tornando in Inghilterra sarebbe avere ancora Ferguson come avversario. Se lui smette, a perderci è il calcio. Non è una questione di allenatori giovani o vecchi. Lo chiamo il capo. Perché per me lui è il capo di tutti gli allenatori. Quando tornerò in Inghilterra spero di trovarlo ancora sulla panchina del Manchester United
- So che alcuni mi criticheranno, ma per giocare in casa io scelgo San Siro. È uno stadio che fornisce un supporto unico nel suo genere
- Sono in Italia per lavorare non per fare una guerra di parole. Voglio far bene con l’Inter, il meglio possibile per noi e dimenticare il lavoro degli altri. Ranieri? Ha comunque ragione per quello che dice: io sono molto esigente con me stesso e ho bisogno di vincere per avere sicurezza delle cose. Per questo ho vinto tante trofei nella mia carriera. Lui ha, invece, la mentalità di uno che non ha bisogno di vincere e a quasi settanta anni ha vinto una Supercoppa e un’altra piccola Coppa. È troppo vecchio per cambiare mentalità
- Potrei scrivere un libro di 200 pagine sui miei due anni all’Inter con Mario ma non sarebbe un romanzo drammatico, piuttosto una commedia perché è un ragazzo divertente
- Guardi che io, arrivato a Londra, dissi solo: ‘Io non sono un allenatore normale, ma l’allenatore di un gruppo speciale’. Il giorno dopo ero The Special One, ma non mi sono mai definito speciale. Non sono il migliore del mondo, ma penso che nessuno sia migliore di me
- Ibrahimovic? È un grandissimo giocatore, ma nessun calciatore è più grande di un club. Ibra all’Inter è diventato un giocatore importante, ma certi club sono più grandi di giocatori e allenatori
- Abbiamo dimostrato tutto, potevamo perdere questa partita solo in 6, era l’unico modo per perderla, perché in 7 la vincevamo
- Quando ho visto Rijkaard entrare nello spogliatoio dell’arbitro tra il primo e il secondo tempo, non ci potevo credere. Quando è stato espulso Drogba non sono rimasto sorpreso