Frasi di Fidel Castro

frasi e aforismi di e su Fidel CastroContinuiamo con i giganti della politica.

Adesso tocca alle frasi di Fidel Castro.

Il dittatore, ma attenzione a chiamarlo così, è in sella dal 1959, da prima del Muro di Berlino e da prima del volo orbitale di Yuri Gagarin.

E pensare che per qualcuno la sua ascesa a Cuba avrebbe dovuto avere vita breve.

E invece è sopravvissuto, meglio di un dinosauro, al dissolvimento delle ideologie.

Insomma, può non piacere, può dividere le coscienze, può essere usato come esempio positivo o negativo, ma indubbiamente Fidel Castro è stato e dovrà essere ricordato come un gigante del Novecento. E le frasi di Fidel Castro hanno fatto epoca, grande oratore e pensatore qual è.

In attesa, more solito, dei vostri contributi, ecco a voi la nostra lista di

Frasi di Fidel Castro

Condannatemi, non importa, la storia mi assolverà.

Le idee non hanno bisogno di armi, se sono in grado di convincere le grandi masse.

Il processo rivoluzionario è intrinsecamente il miglior programma di sanità pubblica possibile.

Ricordo sempre il Che come una delle persone più straordinarie, uno degli uomini più nobili e disinteressati che io abbia mai conosciuto.

Il crollo del socialismo in alcuni paesi non significa che abbia fallito: ha perso una battaglia

Ho ammirato De Gaulle, sebbene i nostri rapporti non fossero molto buoni a causa della guerra anticoloniale in Algeria, che noi sostenevamo. Come militare ebbe delle qualità, poiché ebbe l’idea di creare le divisioni blindate. Ammiro inoltre la sua ribellione intransigente nei confronti degli Stati Uniti, degli inglesi e del resto del mondo.

Berlusconi è un pagliaccio: sarebbe stato più giusto se si fosse chiamato “Burlesconi”. È un personaggio da ridere e Mussolini era come lui!

Aznar è un damerino ed un codardo infarcito di idee nazi-fasciste.

Il peggiore dei sacrilegi è il ristagno del pensiero.

Credo che Kennedy fosse un uomo pieno di entusiasmo, molto intelligente, con un carisma innato, che cercava sempre di fare cose positive. Commise degli errori […], anche di tipo etico, ma ritengo però che sia stato un uomo coraggioso capace di correggersi e abbastanza coraggioso da introdurre cambiamenti nella politica degli Stati Uniti.

Noi socialisti abbiamo commesso un errore nel sottovalutare la forza del nazionalismo e della religione.

Quando ero ragazzino mio padre voleva che io fossi un bravo cattolico e che io mi confessassi tutte le volte che avevo pensieri impuri sulle ragazze. Così ogni sera io diventavo rosso a confessare i miei pensieri. Così successe una sera, e poi un’altra sera, e così via. Dopo una settimana decisi che la religione non era fatta per me

La Cina è diventata la più promettente speranza e il miglior esempio per tutti i paesi del Terzo Mondo.

Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni epoca e in ogni circostanza, ma mai, senza lotta, si potrà avere la libertà

Lo ammiro molto per i suoi meriti, la sua storia, la sua lotta. (parlando di Nelson Mandela)

Cuba è la prossima nella ramazzata della democrazia. E lasciatemi dire direttamente a Fidel Castro: Tu sei finito. (Ronald Reagan)

Grand’uomo. Così prepotente, così simpatico. Mi faceva portare l’olio del mio Veneto e il Recioto. Dieci bottiglie: una la apriva in Consiglio dei ministri, le altre nove se le beveva lui. Ore e ore a parlare di tutto. Un carisma che ritrovo solo in Gheddafi. (Luigi Maria Verzé)

I giorni di Castro sono numerati. (George H. W. Bush)

Io dò a Castro un anno. Non di più. (Fulgencio Batista nel 1959)

Lo apprezzo particolarmente, lo ritengo una persona capace. (In merito a Jiang Zemin)

Dirigente disastroso, nazionalista, razzista, corrotto, che si basava solo sull’uso della forza. (Parlando di Slobodan Milošević)

Un disastro. Uno stratega eccentrico. E crudele verso il suo popolo. (Su Saddam Hussein)

Noi desideravamo la vittoria di Felipe perché, pur con tutti i suoi difetti, era una persona con cui si poteva discutere, mantenre rapporti formalmente corretti. Ma quando divenne capo del governo, qualcosa cambiò […]. Tutti sanno cosa è successo che cosa è successo in Spagna durante il governo di Felipe Gonzales: corruzione, gente che ha fatto i miliardi arricchendosi con beni d’ogni genere. Ci fu insomma un arricchimento e una corruzione generalizzati, con conseguente decadenza morale.

Il rivoluzionario crede nell’uomo, negli esseri umani. Chi non crede nell’essere umano, non è rivoluzionario.

Un robot, una macchina che immagazzinava una serie di dati e di cifre. Mi resi conti della tattica di Aznar, della sua psicologia, del suo modo di attaccare, di accusare, di ripetere le cose come un automa. È molto meno colto di Gonzales. Con noi è stato meno dignitoso di Francisco Franco.

Le idee non hanno bisogno di armi, se sono in grado di convincere le grandi masse.

Lei crede in Amnesty International?!… Beh, è libero di farlo. Io non ci credo: rispetti almeno questo mio pensiero.

Le cause non sono sconfitte quando cadono gli uomini che le rappresentano

Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni epoca e in ogni circostanza, ma mai, senza lotta, si potrà avere la libertà.

Quando ero ragazzino mio padre voleva che io fossi un bravo cattolico e che io mi confessassi tutte le volte che avevo pensieri impuri sulle ragazze. Così ogni sera io diventavo rosso a confessare i miei pensieri. Così successe una sera, e poi un’altra sera, e così via. Dopo una settimana decisi che la religione non era fatta per me.

Non c’è nulla di paragonabile alla shoah. […] Nessuno al mondo ha ricevuto lo stesso trattamento riservato agli ebrei, sempre accusati di ogni male. Essi hanno condotto un’esistenza molto più difficile di chiunque altro.

L’economia mondiale è oggi un gigantesco casinò.

Nessuno ci convincerà mai che un omosessuale possa avere in sé le condizioni e le esigenze di condotta che ne potrebbero fare un vero Rivoluzionario, un vero Comunista militante. Una deviazione di questa natura si scontra con il concetto che noi abbiamo di come dev’essere un militante comunista