Frasi celebri di Enzo Ferrari

frasi-celebri-enzo-ferrariEcco una lista di frasi celebri di Enzo Ferrari, il fondatore dell’omonima casa automobilistica.

Tutti conosceranno Enzo Ferrari, la grande personalità che è diventata un cult della storia imprenditoriale italiana e internazionale. Tutti sanno, nel mondo cosa è una Ferrari, un autentico status di successo e perfezione. Le frasi e le citazioni di Enzo Ferrari per capirne un po’ meglio la grande personalità. La sua è stata un’ambiziosissima scalata verso il successo, che si è realizzata giorno dopo giorno fino a far diventare il suo cognome famosissimo. Icona dell’automobilismo e dell’imprenditoria italiana, Enzo Ferrari si è distinto per la sua personalità saggia e prorompente, che ha saputo regalarci momenti fantastici sulla pista e non solo. Nell’articolo di oggi abbiamo raccolto le sue frasi più celebri, quelle che facevano parte di discorsi più ampi che ci hanno concesso di delineare un profilo generale dello stesso, facendo emergere tanta umanità e carisma. Un personaggio eccezionale che ci manca tanto! Pronti? Scopriamo insieme la nostra rassegna di

Frasi celebri di Enzo Ferrari

  • Con tanti riconoscimenti, mi è venuto il dubbio di essere qualcuno.
  • Una macchina è come una figlia, quando vince una corsa mi sento come il padre che sa che la propria figlia ha preso un bel voto a scuola.
  • L’azienda è composta primo dagli uomini che ci lavorano, poi dai macchinari ed infine dai muri.
  • La migliore Ferrari che sia mai stata costruita è la prossima.
  • Il secondo è il primo degli ultimi.
  • Sono i sogni a far vivere l’uomo. Il destino è in buona parte nelle nostre mani, sempre che sappiamo chiaramente quel che vogliamo e siamo decisi ad ottenerlo.
  • Non sono mai stato né progettista né calcolatore. Sono sempre stato un agitatore di uomini e di talenti.
  • I vecchi sono come i mobili antichi, meno li sposti e più durano.
  • Io mi ero illuso che le nostre cure potessero ridargli la salute perché un padre si illude sempre. M’ero convinto che egli fosse come una mia macchina, uno dei motori. E così mi ero fatto una tabella delle calorie di tutti gli alimenti che Dino doveva ingerire e che non avrebbero nuociuto ai suoi reni, tenevo un aggiornatissimo diagramma quotidiano delle albumine, del peso specifico dell’urina, del tasso azotemico del sangue, della diuresi eccetera, che mi dava l’indice dell’andamento della malattia. La realtà, tristissima, era ben altra: mio figlio deperiva costantemente perché colpito da distrofia muscolare progressiva. Si spegneva per questa terribile malattia che nessuno ha mai potuto individuare né curare, che nessuna difesa consente all’infuori della profilassi genetica. Fin quando una sera, in quella agenda dove annotavo tutti questi dati, scrissi: la partita è perduta.
  • Amo pensare che la Ferrari può costruire piloti quanto macchine. Alcuni dicono che Gilles Villeneuve sia pazzo. Ma io dico: lasciate che provi.
  • Ho trovato uomini che indubbiamente amavano come me l’automobile. Ma forse non ne ho trovati altri con la mia ostinazione, animati da questa passione dominante nella vita che a me ha tolto il tempo e il gusto per quasi ogni altra cosa. Io non ho alcun diverso interesse dalla macchina da corsa.
  • Mi ritengo peggiore degli altri, ma non so quanti siano migliori di me.
  • Se un’anima c’è, è molto più probabile che ce l’abbia un motore piuttosto che un essere umano.
  • Ogni singolo pezzo della pista, deve poter mettere a dura prova il comportamento dinamico dell’auto in modo tale da rendere facile l’individuazione dei problemi di ogni macchina. Da questo momento in poi, voglio che nessuna Ferrari affronti la pista o la produzione di serie senza che abbia superato a pieni voti l’esame Fiorano.
  • La macchina da corsa perfetta è quella che si rompe un attimo dopo il traguardo.
  • Quando un pilota muore, almeno due donne svengono
  • Non abbiamo petrolio e miniere, ma possiamo primeggiare nel mondo con la fantasia.
  • Ci asteniamo dal precisare il numero di cavalli che hanno i nostri motori. Quando le nostre macchine vincono vuol dire che hanno più cavalli, quando perdono vuol dire che ne hanno di meno.
  • Lauda è peggio di Giuda. Si è venduto alla concorrenza per trenta salami.
  • Metto le lenti scure perché non voglio dare agli altri la sensazione di come sono fatto dentro.
  • Ho imparato che è inutile protestare. Bisogna fare come i cani quando hanno una ferita.
  • Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere.
  • I motori sono come le donne: bisogna saperli toccare nelle parti più sensibili.
  • Se lo puoi sognare, lo puoi fare.
  • Le vere domande che mi scombussolano non sono quelle dei giornalisti, ma quelle che continuo a farmi io.
  • Un pilota perde un secondo a ogni figlio che gli nasce.
  • L’automobile è un’espressione di libertà, e il rischio che stiamo correndo è quello di ammazzarci perché ce n’è troppa. Del resto, ci sono due modi classici di morire: di fame e di indigestione.
  • Quando le mie macchine vincono solcando il traguardo, mi assale un grande orgoglio nell’essere italiano.
  • Mio padre mi diceva sempre: i coglioni sono cari ad ogni prezzo. Così io cerco di stare con chi coglione non è.
  • Chiedi a un bambino di disegnare una macchina, sicuramente la farà rossa.
  • La mia adolescenza ha conosciuto tre passioni dominanti, tre grandi sogni: tenore d’operetta, giornalista sportivo, corridore d’automobile. Il primo sogno sfumò per mancanza di voce, il secondo resistette, ma in forma velleitaria; il terzo ebbe il suo corso, la sua evoluzione. E’ sempre bene avere dei sogni di riserva.
  • Quando l’uomo ha mete da raggiungere non può invecchiare.
  • L’aerodinamica è il risarcimento per chi non sa spremere cavalli dal motore.
  • Preferisco essere chiamato semplicemente Ferrari ed è quello che ho ottenuto entrando ogni mattina dal mio barbiere.
  • Non accetto e non dimentico che mi hanno chiamato Saturno ammodernato che mette al mondo i figli e poi li divora.
  • I nostri tifosi ci chiedono vittorie e noi lavoriamo per dargliele.
  • Mi ha deluso l’impotenza a difendere la vita di mio figlio, che mi è stato strappato, giorno dopo giorno, per 24 anni.
  • Sul famoso stile di guida di Tazio Nuvolari se ne sono dette di tutti i colori. Succede del resto sempre così, quando un uomo arriva ai limiti dell’impossibile: si impadronisce di lui il mito e, allora, se faceva il pugile, si racconta che sapeva uccidere un toro con un pugno, e se faceva il pilota, che percorreva le curve su due ruote.
  • Io sono indispensabile a tutti voi giornalisti, perché se non aveste avuto un Ferrari dovreste inventarlo, perché avreste meno da scrivere. Avete bisogno di Ferrari. D’altra parte quello che fate voi non mi stupisce, perché gli italiani perdonano tutto, ai ladri, agli assassini, ai sequestratori, a tutti, ma non perdonano il successo.
  • Sono tranquillo, anche se non sereno, anche se così terribilmente imperfetto. Non mi sono mai pentito. Rammaricato, spesso, pentito mai, perchè ripeterei le stesse azioni, comportandomi però in modo completamente diverso. Nella mia vita ho fatto quello che mi faceva piacere, non ho credito con nessuno. Mi sono limitato a fare quello che ho fatto, ma forse nell’altro Pianeta avrò più successo.
  • Un giorno io non ci sarò più. Spero che le rosse vetture che portano il mio nome continueranno ad esserci anche dopo di me ed a farsi onore su tutti i circuiti del mondo.