Frasi di Alessandro Siani
Con il post di oggi andiamo un po’ a vedere alcune delle frasi e battute di Alessandro Siani.
Alessandro Siani è, per molti critici, l’erede naturale di mostri sacri come Totò e Massimo Troisi.
Di sicuro la sua è una comicità ben diversa da quella dei comici citati, ma non per questo meno verace, meno napoletana. Meno divertente. Comico dalla battuta sempre pronta e bravissimo nel Cabaret.
Nel tempo è diventato anche un attore, a conferma della poliedricità espressa e fatta intravedere in sketch e a teatro. Ed infatti sono in molti a cercare sul web frasi e battute di Alessandro Siani. Anche nei film la sua verve creativa e il suo essere un fiero rappresentante dell’ironia rassegnata ed ellittica del napoletano viene fuori e lo sta lanciando nel panorama comico italiano come uno degli esponenti migliori, più autentici. Sicuramente come uno dei comici del momento.
Andiamo adesso a vedere alcune
Frasi di Alessandro Siani
- Quando un forestiero viene al Sud piange due volte: quando arriva e quando parte
- “Papà, mi raccomando. Toni pacati.”
“E chi è stu Toni Pacati? L’avvocato di mamma?Hanno alzato talmente tanto l’età pensionabile che per andare in pensione non ci vuole la terza età, ci vuole la reincarnazione. - – Sai montare un cavallo?
– Se me lo dai già montato è meglio, sennò va’ a finì che m’imbroglio con i pezzi! - La prossima volta che venite al sud dovete portarvi una telecamerina, perchè ci sono molte cose che non rivedrete più! E la prima è la telecamerina!
- Io so’ figlio di disoccupati, disoccupati a tempo indeterminato!
- E poi c’è Napoli. Napoli. Quando cammini nella mia città non riesci ad essere obiettivo nel dare un giudizio, i tuoi occhi stupiti stanno guardando. Sono confusi da quelle immagini che ti entrano nel cuore, rimbalzano dall’ anima e poi quando meno te l’aspetti ti ritornano alla mente.
- Allora Napoli cos’è? Napoli è l’amarezza squarciata da un sorriso che appare sul viso di un bambino, come un arcobaleno dopo una pioggia di lacrime. E allora: Nord, Sud… Siamo sulla stessa barca ma siamo un grande popolo. Siamo Italiani. – Monologo Festival di Sanremo
- L’amore è quell’attimo che non aspetta nemmeno un secondo, che rincorre il minuto, anche 60 volte, fino a che non arriva l’ora di vederti… L’amore è quell’onda di argento vivo che lega gli occhi al cuore indissolubilmente… Tutto quello che vedrà il cuore si guarderà dagli occhi e tutto quello che si guarderà dagli occhi si vede dal cuore… e adesso che so tutte queste cose proteggimi, difendimi, voglio fidarmi di te ancora una volta… Amò
- Se devi sposarti, sposati con una che cucina bene, perché la bellezza passa, la fame no!
- – Lei – credi nell’amicizia tra due che sono stati insieme? – Lui – no. – Lei – allora sei all’antica. – Lui – non è che sono all’antica, è che, da amici usciamo, prendo la mia macchina, metto io la benzina, andiamo a cena, pago tutto io, poi alla fine ti riaccompagno a casa sapendo che non me l’ha dai, non è che sono diventato amico, so diventat strunz!
- «Amore, come ti trovi lì al Nord?»
- «Mi trovo bene. Certo, ci stanno delle differenze… Anche sulle cose semplici.»
- «Per esempio?»
- «Per esempio, se uno chiede l’orario. Se lo chiedi a uno del Nord, quello subito te lo dice. Se lo chiedi a Napoli, quello prima di risponderti ti domanda: “Ma pecché, che tieni ‘a fa’?”
- La “u” e la “a” si aggiungono insieme e diventa stupore. Per esempio, uno vede una bella donna e dice “ua”. Per esempio, arriva il direttore da Milano che uno non si aspettava assolutamente che potesse arrivare da un momento all’altro…
– Ua.
– No, uaaaaaa! - – Dottò ma l’operazione all’appendicite è pericolosa? – Non vi preoccupate, a uno su mille succede qualcosa. – Dottò a che nummr stamm?
- – Ma come sei di Napoli e non sai fare uno scippo?
– E che c’azzecca che so’ di Napoli? E se ero di Baghdad mettevo ‘na bomba mmiez’ ‘o mercat?! - Un signore calvo in una farmacia napoletana: «Dotto’, sto perdendo i capelli, che devo fare?».
«Te ne devi andare, perché mò mò ho finito di scopa’ ’nterra! - A Napoli non siamo come al Nord o in Svizzera. Siamo conosciuti non per le banche, ma per le bancarelle.
- Napoli, su un autobus. Il controllore, verificando il ticket di un passeggero: “Ma questo biglietto è di ieri!” E l’altro: “azz, e tu mo vieni?”
- Un turista milanese salì a bordo di un taxi a Napoli e chiese: «Mi porti al Duomo». Arrivati al casello autostradale di Caserta, domandò: «Ma è così lontano il Duomo di Napoli?». E il tassista: «Ah, chillo ‘e Napule! Scusate, pensavo che volevate turna’ a casa…»
- Mi sono sempre chiesto perché San Paolo ha scritto tutte quelle lettere a Corinzi. E soprattutto perché Corinzi non gli ha mai risposto.