Frasi e aforismi sull’abbandono

frasi e aforismi sull'abbandonoNell’articolo di oggi andremo a vedere una serie di frasi e aforismi sull’abbandono.

Quando si viene abbandonati da qualcuno, il dolore che si prova spezza il cuore, ma è proprio in questi momenti che bisogna rialzarsi. Di fronte a queste situazioni, infatti, si ha una sola scelta: essere forti. Non ci sono vie di mezzo.

L’abbandono può riguardare un amore, un familiare, un animale, ma il soggetto non fa differenza perché il senso di perdizione e di vuoto che si avverte è sempre il medesimo.

Nell’articolo di oggi andremo ad elencarvi quelle che sono le frasi sull’abbandono più famose di sempre, quelle che vi faranno riflettere un attimo e che vi faranno capire quanto sia importante in questi casi reagire e andare avanti.

Dopo questa breve introduzione, dunque, non ci resta che lasciarvi alla nostra raccolta di

Frasi e aforismi sull’abbandono

  • Le parole se ne stanno zitte sulla soglia a un passo da te che resti fuori, e io non so come chiamarti e chiederti di tornare indietro. E’ così che nascono gli addii.
  • L’uomo, abbandonato a se stesso, è troppo cattivo per essere libero.
  • Non era questione di essere felice o infelice. Io non volevo più essere me.
  • Quando un amore finisce, uno dei due soffre. Se non soffre nessuno, non è mai iniziato. Se soffrono entrambi, non è mai finito.
  • Non c’è paracadute nel pozzo senza fondo dell’abbandono.
  • L’inizio dell’amore è spesso simultaneo. Non così la fine: da ciò nascono le tragedie.
  • L’inferno è non amare più.
  • Abbandonare un cane che è disposto a morire per te, non è solo vigliaccheria, ma è pura bastardaggine.
  • L’uomo non è mai solo. È sempre abbandonato.
  • E’ il più vuoto e tuttavia il più pieno di tutti i messaggi umani: “Addio”.
  • Noi viviamo per dire sempre addio.
  • È più facile capire quando l’amore comincia che quando finisce.
  • Se fosse morto saprei almeno chi ho perduto e chi sono io. Adesso non so più niente. Tutta la mia vita è sprofondata dietro di me come in quei terremoti in cui la Terra si divora da sé. Sprofonda dietro di voi man mano che fuggite.
  • Quello che mi manca di lui sono io quando stavo con lui.
  • Le donne, le si adula a venti anni, le si abbandona a quaranta.
  • Amare è così breve, e dimenticare così lungo.
  • Io credo che in certi momenti si possa sopravvivere solo se il cuore muore.
  • E’ incredibile quanto durano poco le cose. Hanno un arco così stretto e più le conosci più si restringe, più vedi la fine già dall’inizio. Eppure stiamo al gioco ogni volta. Ogni volta ci sforziamo di crederci.
  • Ognuno porta in fondo a sé stesso come un piccolo cimitero di coloro che ha amato.
  • L’inferno è la sofferenza di non poter più amare.
  • È sempre chi ama di più a essere tiranneggiato e, quel che è peggio, prima o poi abbandonato.
  • Il cuore umano è indistruttibile. Tu immagini soltanto che sia spezzato. In realtà è lo spirito che subisce il vero colpo. Ma anche lo spirito è forte, e se lo desideri, si può sempre riprendere.
  • A volte i momenti migliori e peggiori della vostra vita possono coincidere. Questo è il paradosso di un addio.
  • Il mondo è rotondo e il luogo che può sembrare la fine può anche essere l’inizio.
  • Qualsiasi essere amato – anzi, in una certa misura qualsiasi essere – è per noi simile a Giano: se ci abbandona, ci presenta la faccia che ci attira; se lo sappiamo a nostra perpetua disposizione, la faccia che ci annoia.
  • C’è stato un tempo in cui ho pensato che l’ho amata più della vita stessa. Ma adesso io odio di lei qualunque cosa. Come si spiega questo? Che cosa è successo a questo amore? Cosa è cambiato, è quello che mi piacerebbe sapere. Vorrei che qualcuno me lo potesse dire.
  • Di un amore finito ti mancano anche i momenti brutti, anche le infelicità.
  • Il lasciato, la lasciata lo sanno bene che c’è qualcosa che rimane nascosto, che lo stesso lasciante non sa. Una buona parte della ragioni del lasciare stanno in una zona oscura, da cui nessuna archeologia e nessuna capacità di predizione riesce a liberarle. Chi viene lasciato pensa che l’altro sappia più di lui/lei, nasconda qualcosa. L’altro, l’altra che ci lasciano hanno le proprie ragioni che essi stessi non conoscono.
  • Alla fine riesci a tenerti solo quello che ti rifiuti di lasciare andare.
  • Chissà perché certi abbandoni sono così netti e certe riconquiste così vaghe.
  • Con le donne accade due volte di non saper cosa dire: all’inizio e alla fine d’un amore.
  • Non scarichiamo sui bambini le nostre colpe, per favore! I bambini non sono mai “un errore”. La loro fame non è un errore, come non lo è la loro povertà, la loro fragilità, il loro abbandono; e non lo è neppure la loro ignoranza o la loro incapacità. Semmai, questi sono motivi per amarli di più, con maggiore generosità.
  • Abbandonare: fare un piacere a qualcuno, liberandolo della vostra presenza.
  • Se qualcuno ti abbandona perché il suo amore ha perso la memoria, è bene che tu ritrovi la tua e intenda chi sei e cosa vali.
  • Non essere amati è una sofferenza grande, però non la più grande. La più grande è non essere amati più.
  • Per chi è paralizzato dall’idea dell’abbandono, un matrimonio infelice rappresenta una garanzia. Insomma, l’infelicità comunque non riserva nessuna sorpresa: no?
  • Chi appartiene solo a sé stesso non può essere abbandonato.
  • Se ami saprai che tutto inizia e tutto finisce, che c’è un momento per l’inizio ed un momento per la fine e questo non crea una ferita. Non rimani ferito, sai che quella stagione è finita. Non ti disperi, riesci a comprendere e ringraziare l’altro: “Mi hai dato tanti bei doni, mi hai donato nuove visioni della vita, hai aperto finestre nuove che non avrei mai scoperto da solo. Adesso è arrivato il momento di separarci, le nostre strade si dividono”. Non con rabbia, non con risentimento, senza lamentele e con infinita gratitudine, con grande amore, con il cuore colmo di riconoscenza. Se sai come amare, saprai come separarti.
  • Non piangere perché è finita. Sorridi perché è successo.
  • Volenti o nolenti l’abbandono ci introduce, dal primo momento in cui lo subiamo, in una terra desolata che non conoscevamo, ci fa ascoltare un timbro inedito della disperazione e della fatica dell’esistere e del desiderare.