Frasi e Aforismi di Socrate

socrateEcco a voi un elenco di Frasi e Aforismi di Socrate. Ma chi era Socrate? Uno dei più importanti filosofi della storia dell’umanità che visse nel quinto secolo avanti Cristo ad Atene, universalmente riconosciuto come il padre fondatore dell’Etica o della Filosofia Morale. Le frasi e gli aforismi di Socrate che vi abbiamo qui riportate non sono stati scritti di suo pugno, perché egli non ha lasciato documenti scritti, ma gli sono state attribuiti dai suoi successori, che ne hanno riportato il pensiero all’interno dei propri scritti.
Condannato a morte per l’affermazione del suo pensiero filosofico è ritenuto il primo martire della libertà di pensiero. Condividere le sue frasi aiuta tutti noi a riflettere su dei concetti che saranno attuali per sempre.
Scegliete la frase che vi piace di più tra le…

Frasi e Aforismi di Socrate

  • Nessun male può accadere ad un uomo giusto, sia durante la vita che dopo la morte.
  • Non dalle ricchezze ma dalle virtù nasce la bellezza.
  • Ma è ormai venuta l’ora di andare: io a morire, e voi, invece, a vivere. Ma chi di noi vada verso ciò che è meglio, è oscuro a tutti, tranne che al dio.
  • Certo sono più sapiente io di quest’uomo, anche se poi, probabilmente, tutti e due non sappiamo proprio un bel niente; soltanto che lui crede di sapere e non sa nulla, mentre io, se non so niente, ne sono per lo meno convinto, perciò, un tantino di più ne so di costui, non fosse altro per il fatto che ciò che non so, nemmeno credo di saperlo.
  • Una vita senza ricerca non è degna per l’uomo di essere vissuta
  • Io non vado intorno facendo nient’altro se non cercare di persuadere voi, e più giovani e più vecchi, che non dei corpi, dovete prendervi cura, né delle ricchezze né di nessuna altra cosa prima e con maggiore impegno che non dell’anima in modo che diventi buona il più possibile, sostenendo che la virtù non nasce dalle ricchezze, ma che dalla virtù stessa nascono le ricchezze e tutti gli altri beni per gli uomini, e in privato e in pubblico
  • “Sai dove si vende il pesce?”
    “Si, al mercato.”
    “E sai dove gli uomini diventano virtuosi?”
    “No.”
    “Allora seguimi” [e vanno a cercare Socrate]
  • Magari, Critone, fosse capace di fare il male, perché, allora, sarebbe capace, anche di fare il bene. E questa sarebbe una gran bella cosa. Invece non è capace di fare né l’uno né l’altro, non ti fa diventare né saggio né stolto, ma agisce, così, a casaccio.
  • Il sapiente è colui che sa di non sapere.
  • Che strana cosa sono il piacere e il dolore; sembra che ognuno di loro segua sempre il suo contrario e che tutti e due non vogliano mai trovarsi nella stessa persona.
  • Ho un’ultima lezione da dare: essi mi devono uccidere perché sappiano quello che hanno fatto. La città dovrà affrontare la propria colpevolezza.
  • Interrogato se bisognasse sposarsi o no, Socrate rispose: “In entrambi i casi ti pentirai”
  • È meglio subire un’ ingiustizia piuttosto che farla.
  • Ma tu guarda quante sciocchezze mi fa dire questo giovanotto [Platone]!
    (Socrate è il protagonista della maggior parte degli scritti di Platone. Probabilmente Platone non sempre si limitava a riferire il pensiero di Socrate ma lo elaborava a suo modo. Poché Platone ha iniziato a scrive quando Socrate era ormai morto, qualcuno ha affermato che se Socrate avesse letto di dialoghi di Platone avrebbe detto la frase riportata qui sopra.)
  • Per il motivo che sapevano esercitare bene la loro arte, ciascuno di essi era convinto di essere sapientissimo, anche in cose grandissime, e proprio questo difetto metteva in secondo piano quella sapienza che pur avevano.
  • Spòsati: se trovi una buona moglie sarai felice, se ne trovi una cattiva, diventerai filosofo.
  • L’esser contenti è una ricchezza naturale, il lusso è una povertà artificiale.
  • La retorica, dunque, a quanto pare, è artefice di quella persuasione che induce a credere ma che non insegna nulla intorno al giusto e all’ingiusto.
  • Hai torto, amico, se pensi che un uomo di qualche merito debba star lì a calcolare il rischio di vita e di morte, invece di pensare se ciò che fa è giusto o ingiusto e se si è comportato da uomo onesto o malvagio.
  • L’ignoranza è l’origine di tutti i mali.
  • La morte è l’una o l’altra di due cose. O è un annullamento e i morti non hanno coscienza di nulla; o, come ci vien detto, è veramente un cambiamento, una migrazione dell’anima da un luogo ad un altro.
  • Chi vuol muovere il mondo prima muova se stesso.
  • Nulla può far danno a un uomo buono, né in vita né dopo la morte.
  • Le parole false non solo sono cattive per conto loro, ma infettano anche l’anima con il male.
  • L’importante non è vivere, ma vivere bene.
  • Il mio tutore, Alcibiade,è un dio, quel dio che fino ad oggi non mi ha permesso di entrare in discussione con te; ed è la fede che ho in lui che mi fa dire che solo attraverso me il dio ti si svelerà.
  • Quella che sul piano soggettivo è la felicità, sul piano oggettivo coincide con la realizzazione della propria essenza. Io so di non sapere.
  • La pena che i buoni devono scontare per l’indifferenza alla cosa pubblica è quella di essere governati da uomini malvagi. Non voglio scappare, non bisogna mai commettere un’ingiustizia nemmeno quando la si riceve.
  • Avendo così pochi bisogni che meno non si potrebbe, sono vicinissimo agli dei.
  • Dunque, il retore e la retorica si trovano in questa posizione rispetto a tutte le altre arti: non c’è alcun bisogno che sappia come stiano le cose in sé, ma occorre solo che trovi qualche congegno di persuasione, in modo da dare l’impressione, a gente che non sa, di saperne di più di coloro che sanno.
  • Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l’ignoranza. Capii ben presto che i poeti componevano le loro opere non facendo uso del cervello ma per una certa disposizione naturale, per una sorta di ispirazione, come gli indovini e i profeti.
  • Anche costoro, infatti, dicono molte e belle cose, ma senza rendersene conto
  • Nessuno sa cosa sia la morte e se essa non sia il maggiore di tutti i beni; e invece gli uomini ne hanno paura, come se sapessero bene che essa è il più grande dei mali.
  • Certamente conoscete Cherofonte; […] un giorno che era andato a Delfi, ebbe la faccia tosta di chiedere al dio […] se ci fosse qualcuno più sapiente di me e la Pizia gli rispose che non c’era nessuno.