Frasi, aforismi e citazioni su Praga

frasi, aforismi e citazioni su PragaNell’articolo di oggi troverete una serie di frasi, aforismi e citazioni su Praga.

Praga rappresenta per chi ama viaggiare una tappa fondamentale in quanto in essa si concentrano le caratteristiche di tutte le capitali europee. Praga, infatti, è la vera perla dell’Est, la più bella capitale dell’Europa dell’Est, in quanto ricchissima di luoghi da visitare e posti in cui divertirsi.

Qualcuno sostiene che negli ultimi 25-30 anni la città abbia perso il suo fascino, ma non è così, anzi. Dopo decenni di oscurantismo, la capitale della Repubblica Ceca è letteralmente rinata, tanto da essere considerata una ”Piccola Parigi” e da diventare patrimonio dell’UNESCO.

Per onorare una delle città più belle dell’Europa, abbiamo deciso di dedicarle un intero articolo, elencando un po’ quelle che sono le frasi, le citazioni e gli aforismi più belli di sempre. Non mancherà, dunque, qualche frase del famoso scrittore praghese Franz Kafka.

Vi lasciamo alla nostra raccolta di

Frasi, aforismi e citazioni su Praga

  • Praga domina tutta la Boemia.
  • Praga, la città dalle centro torri.
  • Praga è piena di sogni persi in altrettanti sogni. A Praga, è tutto particolare, oppure – se volete – nulla è particolare. Può accadere qualsiasi cosa.
  • Tutto ciò ne ha fatto la città per eccellenza dello spaesamento, dello sradicamento, della perdita, tanto più sentiti quanto più tenace e vitale è l’attaccamento al vicolo, alla bettola, al piccolo dettaglio amato che balena nell’incubo e nel delirio del sogno.
  • Praga! Ha sapore di sorso di vino. Posso ripetere anche cento volte questo nome affastellato dal vento, dolce più che il respiro dell’amata.
  • Con tanti contrasti, come avrebbe potuto questa città non avere dunque anche nella sua architettura e nel suo volto un che di spigoloso, di rude, di inquietante? Temperamenti troppo diversi vi si sono scatenati. E per quanto in ogni vicolo aleggiassero gli effluvi di buona birra forte e salumi affumicati, ovunque fluttuavano però anche le nebbie dei miti…
  • Praga è una città magina, della quale vi innamorate subito. Ma è sempre necessario guardare aldilà della bellezza, per capire grazie a cosa la città è viva. Sono le persone che hanno deciso di viverci.
  • Ogni casa, ogni via, ogni piazza di Praga continuava senza posa a gridare, lungo tutto il corso della Storia: ‘Non dimenticare questo! Non dimenticare quello!’, così che a furia di ricordi e di vendette ci si dimenticava addirittura la vita presente.
  • Praga è una città incredibile, di un altro secolo, di un altro mondo. Non ho mai visto nulla di più fantastico.
  • Nella Moldava che attraversa la città leggiamo riflessa l’attiva presenza di Carlo IV e della predicazione di Jan Hus, il martirio di Jan Nepomuk, la saggezza del grande rabbi Jehudah Löw, la forza del Golem, la bizzarria di Rodolfo, le stravaganze di Arcimboldo. Così come le molte umiliazioni della sua storia, quasi una cultura della sconfitta: dalla Montagna Bianca all’occupazione di Hitler, all’umiliante servaggio di Stalin. E finalmente la rivoluzione di velluto guidata da Vaclav Havel…
  • Praga vive ancora nel segno di Kafka e Hasek, che meglio di altri hanno espresso la sua condanna senza rimedio, e perciò il suo malessere, il suo malumore, i ripieghi della sua astuzia, la sua finzione, la sua ironia carceraria. Ogni notte, alle cinque, si destano i gotici busti della galleria di sovrani, architetti, arcivescovi nel triforio di San Vito. Ancor oggi due zoppicanti soldati con le baionette inastate, al mattino, conducono Josef Svejk giù da Hradcany per il Ponte Carlo verso la Città Vecchia, e in senso contrario, ancor oggi, la notte, a lume di luna, due guitti lucidi e grassi, due manichini da panoptikum, due automi in finanziera e cilindro accompagnano per lo stesso ponte Josef K. verso la cava di Strahov al supplizio. Ancor oggi il Fuoco effigiato dall’Arcimboldo con svolazzanti capelli di fiamme si precipita giù dal Castello, e il ghetto si incendia con le sue scrignute catapecchie di legno.
  • A Praga, l’architettura classica si fa romantica e l’architettura romantica assorbe i caratteri classici, per elargire al territorio un carattere umanità surreale. Ambedue i generi architettonici diventano cosmici, non nel senso di ordine astratto, ma come aspirazione trascendente. Evidentemente Praga è uno di quei grandi fulcri a cui convengono una moltitudine di significati.
  • Ci sono tante componenti nella storia e nell’anima di Praga. Ma quello che ci meraviglia è come tutto si sia fuso e composto in una cultura di grande spessore, che a noi piace oggi leggere come risultato di un grosso impegno di intelligenza, di un’intelligenza lievitata e maturata nella convivenza.
  • L’ambigua città vltavina non giuoca a carte scoperte. La civetteria antiquaria, con cui va fingendo di essere ormai solamente natura morta, taciturna sequela di trapassati splendori, spento paesaggio in un globo di vetro, non fa che accrescere il suo maleficio. Si insinua sorniona nell’anima con stregamenti ed enigmi, dei quali solo essa possiede la chiave. Praga non molla nessuno di quelli che ha catturato.
  • In fondo alla Moldava vanno le pietre, sepolti a Praga riposano tre re. A questo mondo niente rimane uguale, la notte più lunga eterna non è.
  • E tuttavia Kafka era Praga e Praga era Kafka. Mai era stata così compiutamente e tipicamente Praga, e mai più lo sarebbe stata come durante la vita di Kafka. In ogni sua riga noi potevamo e possiamo ancora assaporarla.
  • Motivi provenienti dall’oriente slavo, dal nord germanico, dall’occidente gallico, dal sud latino, convergono a Praga e si fondono in una sintesi singolare.
  • Sono felice di essere nuovamente qua, in questa città, la cui magia architettonica è probabilmente unica al mondo.
  • Praga non ci lascia più andare. Questa piccola madre ha gli artigli. Non c’è altro da fare che cedere. Per potersene liberare bisognerebbe darle fuoco da due lati, il Vyšehrad e il Hradčany.
  • In una corona di città, è la pietra più preziosa.
  • E tuttavia Kafka era Praga e Praga era Kafka. Mai era stata così compiutamente e tipicamente Praga, e mai più lo sarebbe stata come durante la vita di Kafka. In ogni sua riga noi potevamo e possiamo ancora assaporarla.
  • In tutto il mondo non esiste un’espressione migliore dei libri di storia ed architettura.
  • Di antichi fasti la piazza vestita grigia guardava la nuova sua vita, come ogni giorno la notte arrivava, frasi consuete sui muri di Praga, ma poi la piazza fermò la sua vita e breve ebbe un grido la folla smarrita quando la fiamma violenta ed atroce spezzò gridando ogni suono di voce…
  • Tutto ciò rendeva Praga, nella sua meravigliosa bellezza, una città piena di incanti e di spettri, e faceva di essa il simbolo dei vuoti e delle ombre della vita e soprattutto della nostalgia per tutto ciò che ad essa manca.