Frasi, aforismi e citazioni di Bebe Vio
Ecco a voi una lista di frasi, aforismi e citazioni di Bebe Vio.
Salita alla ribalta nell’ultimo anno in seguito alla medaglia d’oro ottenuta nella prova individuale ai XV Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro dove si è imposta nettamente in finale contro la cinese Zhou Jingjing.
Diversamente abile a causa di una meningite fulminante che all’età di 11 anni ha costretto i medici ad amputarle braccia e gambe.
Da lì in avanti la sua notorietà è andata sempre a crescere grazie ad una simpatia, una spontaneità ma soprattutto ad uno spirito positivo fuori dal comune. Ecco perché sempre più persone cercano frasi, aforismi e citazioni di Bebe Vio. Memorabile il selfie con Obama in occasione dell’ultima cena offerta dall’ex presidente alla Casa Bianca nel corso della quale la schermitrice italiana faceva parte della delegazione tricolore.
Nelle prossime settimane andrà in onda un programma televisivo condotto da Bebe in persona dal titolo “La vita è una figata”
Intanto ecco a voi la nostra raccolta di
Frasi, aforismi e citazioni di Bebe Vio
- Essere speciali significa proprio riuscire a far capire che il tuo punto debole diventa quello di cui vai più fiero.
- Il problema di alcune famiglie è che i genitori tendono a separarsi quando si vive un momento difficile. La mia famiglia è una bella squadra perché quando io sono stata male invece di separarsi e litigare, si sono uniti di più. Oggi il nostro scopo è aiutare tutte le altre famiglie che si trovano in una situazione simile.
- Attraverso lo sport riusciamo a far capire che una cosa vista come un difetto, come un’amputazione o una disabilità, diventa una cosa di cui noi andiamo fieri.
- Ho sempre saputo che avrei potuto ricominciare a fare scherma. Quando l’ho chiesto ai medici mi hanno, diciamo, sputato in un occhio. Quando l’ho chiesto a quelli delle protesi, si sono messi a ridere. Però io fin da subito ho capito che sarei riuscita a ritornare.
- Il mio motto: è non piangersi addosso, lamentarsi è inutile.
- Adesso mi suicido. Così gridai a mio papà. Non sapevo neanche bene cosa volesse dire, ero piccola. Ma lui mi sorprese: E come fai?
Arrabbiata dissi: Sai cosa faccio? Mi butto dal letto.
E lui: Senti, se vuoi farlo, fallo bene e ti porto al secondo piano. Io lo guardai sconvolta.
Poi mi disse: Dai smettila, la vita è una figata. Mi lasciò sul letto e se ne andò. Cavoli, in quel momento mi si rivoltò il mondo: ero ancora viva, quindi meglio che iniziavo a godermela, la vita. - Quand’ero in ospedale non vedevo l’ora di riprendere la scherma che praticavo da quando avevo cinque anni. Mi ha dato una carica incredibile. Ho fatto un po’ di equitazione, ma era in pedana che volevo tornare. Una sosta al centro protesi, ed eccomi di nuovo in corsa.
- [Sull’associazione Onlus Art4Sport] Siamo tutti ragazzi speciali, venti ragazzi, e ognuno di noi ha un’amputazione, e il nostro scopo è permettere a tutti quelli come noi di avere quello che manca, come una carrozzina, una stampella, una protesi, per fare sport.
- Grazie all’Associazione [Art4Sport] sono riuscita a capire l’importanza di quello che fa il gruppo e la squadra di cui fai parte.
- Sui social rispondo di più ai bambini e agli adolescenti che vanno dagli undici anni fino alla mia età. Mi scrivono non per farmi i complimenti ma per dirmi grazie perché ho dato loro una mano e facendo capire che non devono lamentarsi se non hanno l’ultimo paio di scarpe alla moda eccetera… La parte bella del mio lavoro è andare in giro e divertirsi. Da questo punto di vista posso dire che è il lavoro più figo del mondo. Ma è anche bello vedere che vale la pena darsi da fare.
- Io vado avanti grazie allo sport e alla mia famiglia, sono i miei due pilastri.
- Se sembra impossibile, allora si può fare.
- Alla vigilia delle Paralimpiadi di Rio non mi sentivo prontissima, mi sono dovuta dare una svegliata. Ma queste cose riescono più facilmente se hai un team alle spalle, una squadra come la mia, splendida. E una famiglia, la mia grande forza. Ogni volta che finiva l’assalto li guardavo e vedevo che erano tutti contenti. Alla fine piangevo, urlavo, abbracciavo tutti. Magnifico, inimmaginabile.
- Come fai a non sentirti fortunata quando vivi un momento come il mio?
- Dei ragazzi che fanno parte dell’Associazione Art4Sport la maggior parte hanno genitori separati, perché uno dei due è scappato ed è quasi sempre il padre. Noi cerchiamo di ridare un gruppo di cui fare parte. Un gruppo più cresce e più è forte. Questo non vuol dire che sei speciale se hai un’amputazione o una disabilità, ma ognuno ha una sua potenza. La caratteristica la trovi tu e ognuno fa il suo, all’interno del gruppo.
- In pedana non guardo mai il punteggio dell’avversaria. Penso sempre di essere in svantaggio.
- Iniziai a fare sport pensando a Pistorius e Zanardi. Ma chi regala speranza è Margherita, che fa parte di art4sport, l’associazione di cui faccio parte, grazie alla quale tanti giovani amputati possono fare sport: è nata senza un braccio, ma ama è il taekwondo. E anche se qualcuno le spiegava che non poteva, è andata avanti.