Frasi e citazioni Baricco

le migliori frasi e citazioni di alessandro baricco Andiamo un po’ adesso a vedere alcune frasi e citazioni di Baricco.

Un autore che imparai a conoscere con i suoi – come vogliamo chiamarli? – pensieri sui “nuovi barbari”.

Si tratta di un autore immaginifico, con una prosa personale e singolare che non tiene conto della nouvelle vogue anglosassone che tiene in somma considerazione l’attenzione, in qualche caso maniacale, sul POV (punto di vista) e sulla tecnica narrativa del mostrare non raccontare (Show, don’t tell).

Due tecniche che, prese eccessivamente sul serio, danneggiano oltremodo la capacità narrativa unica e singolare di un autore, appiattendo tutto. Baricco non ha questi problemi, ha una sua voce limpida, chiara e personale.
Ecco a voi alcune

Frasi e citazioni di Baricco

  • Abbiamo chiamato Umanesimo l’istante, lunghissimo, in cui, ereditando intuizioni che venivano da lontano, un’élite intellettuale iniziò a immaginare che l’uomo portasse dentro di sé un orizzonte spirituale non riconducibile, semplicemente, alla sua fede religiosa.
  • Dunque, nuovo indizio: i barbari usano una lingua nuova. Tendenzialmente più semplice. Chiamiamola: moderna
  • Dimenticavo tutto: le noie, le mediocrità, gli errori della mia vita; dimenticavo perfino “l’Iliade” di Baricco, e la vasta e incomprensibile ottusità dei volti di Roberto Calderoli e di Alfonso Pecoraro Scanio. (Pietro Citati)
  • Citati non è obbligato ad apprezzare Baricco, ma dovremmo gioire le rare volte in cui la letteratura entra nel mainstream, non rinfacciarle la popolarità. (Dave Eggers)
  • Qualcuno diceva: ha qualcosa addosso, come una specie di infelicità.
  • Era un filo d’oro che correva diritto nella trama di un tappeto tessuto da un folle.
  • Aveva con sé l’inattaccabile quiete degli uomini che si sentono al loro posto.
  • Uno sfoggio virtuosistico, la cui simulazione lascia poco spazio a un vero abbandono. (Filippo La Porta)
  • Da Baudelaire alle pubblicità, qualsiasi cosa su cui si chinava diventava la profezia di un mondo a venire, e l’annuncio di una nuova civiltà
  • Tutto li stupiva:in segreto,anche la loro felicità.
  • La natura ha una sua perfezione sorprendente e questo è il risultato di una somma di limiti. La natura è perfetta perché non è infinita.
  • Aveva la bellezza di cui solo i vinti sono capaci. E la limpidezza delle cose deboli. E la solitudine, perfetta, di ciò che si è perduto.
  • Nel cerchio imperfetto del suo universo ottico la perfezione di quel moto oscillatorio formulava promesse che l’irripetibile unicità di ogni singola onda condannava a non essere mantenute.
  • È uno specchio, questo mare. Qui, nel suo ventre, ho visto me stesso. Ho visto davvero.
  • In bilico sull’orlo della terra, a un passo dal mare in burrasca, riposava immobile la locanda Almajer, immersa nel buio della notte come un ritratto, pegno d’amore, nel buio di un cassetto.
  • Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c’è da rimanerci secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro.
  • Forse il mondo è una ferita e qualcuno la sta ricucendo in quei due corpi che si mescolano.
  • Il mare è senza strade, il mare è senza spiegazioni.
  • La sconcertante scoperta di quanto sia silenzioso, il destino, quando, d’un tratto, esplode.
  • Non si è mai lontani abbastanza per trovarsi.
  • Se lo guardi non te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio… Tutto quell’infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia nella notte..
  • Tra tutte le vite possibili, ad una bisogna ancorarsi per poter contemplare, sereni, tutte le altre.
  • Un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte.
  • Il mondo di fuori è sempre là. Puoi fare qualsiasi cosa ma stai certo che te lo ritrovi al suo posto, sempre. C’è da non crederci, ma è così.
  • Camminava adagio, senza più pensieri né storia.
  • Scrivere a qualcuno è l’unico modo di aspettarlo senza farsi del male.
  • Questo è davvero l’orrore… Il fatto è che non ci sono più pensieri, da nessuna parte dentro di te, non c’è più un pensiero, ma solo sensazioni, capite? Sensazioni…
  • Questo, mi ha insegnato il ventre del mare. Che chi ha visto la verità rimarrà per sempre inconsolabile.
  • Così adesso, volendo riassumere volendo, il problema è questo, che ho tante strade intorno e nessuna dentro.
  • Non è che io non abbia le idee chiare, le ho chiarissime ma solo fino a un certo punto della questione. So perfettamente qual è la domanda. È la risposta che mi manca.
  • È un bel modo di perdersi, perdersi uno nelle braccia dell’altra.
  • Aveva in faccia quell’espressione che ha la gente, ogni tanto, quando proprio ha la testa vuota, svuotata, felice. Sono momenti strambi. Saresti capace di fare, senza saper perché, qualsiasi fesseria.
  • .Arrivano da tutte le parti, i barbari. E un po’ questo ci confonde, perché non riusciamo a tenere in pugno l’unità della faccenda, un’immagine coerente dell’invasione nella sua globalità. Ci si mette a discutere delle grandi librerie, dei fast-food, dei reality show, della politica in televisione, dei ragazzini che non leggono, e di un sacco di cose del genere, ma quello che non riusciamo a fare è guardare dall’alto, e scorgere la figura che gli innumerevoli villaggi saccheggiati disegnano sulla superficie del mondo. Vediamo i saccheggi, ma non riusciamo a vedere l’invasione. E quindi a comprenderla.
  • Commercializzazione spinta uguale perdita dell’anima.
  • Complice una precisa innovazione tecnologica, un gruppo umano sostanzialmente allineato al modello culturale imperiale, accede a un gesto che gli era precluso, lo riporta istintivamente a una spettacolarità più immediata e a un universo linguistico moderno, e ottiene così di dargli un successo commerciale stupefacente.
  • Credetemi: è dall’alto, che bisognerebbe guardare. È dall’alto che forse si può riconoscere la mutazione genetica, cioè le mosse profonde che poi creano, in superficie, i guasti che conosciamo. Io cercherò di farlo provando a isolare alcune mosse che mi sembra siano comuni a molti degli atti barbarici che rileviamo in questi tempi. Mosse che alludono a una precisa logica, per quanto difficile da capire, e a una chiara strategia, per quanto inedita.
  • Dal vino si impara un’ipotesi importante: quando percepiamo un’evidente perdita di anima, lì stanno lavorando, sotto la superficie di un’apparente barbarie, eventi di natura diversa che è possibile riconoscere uno ad uno.
  • E quelli che chiamiamo barbari sono una specie nuova, che ha le branchie dietro alle orecchie e ha deciso di vivere sott’acqua.
  • Erano aspiranti lettori che non avevano mai aperto un libro.
  • Impara a respirare con le branchie Google!
  • La spettacolarità diventa un valore. Il valore.
  • Pietro Anastasi finì per essere il simbolo vivente di un’intera classe sociale: quella di chi lasciava a malincuore il meridione per andare a guadagnarsi da vivere nelle fabbriche del Nord.
  • Riassumendo il microevento: c’è una rivoluzione tecnologica che d’improvviso rompe i privilegi della casta che deteneva il primato dell’arte