Frasi di Jovanotti

aforismi e frasi celebri di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti E ritorniamo ai cantanti, più in particolare, andiamo un po’ a vedere le frasi di Jovanotti.

Lorenzo Cherubini, vero nome di Jovanotti, compare ed esplode sulla scena musicale italiana nel 1988. E faceva un po’ il paninaro. E cantava in inglese Gimme five

Se vedete quel Jovanotti e quello attuale vi sembreranno due alieni. stessa cosa se ne paragonate le frasi. Il cantante rapper ha saputo reinventarsi, dopo aver provato a essere un po’ come il Vasco che portò a Sanremo 1989,dove scivolò sui fiori dell’Ariston.

Ne poteva sembrare il tipo impegnato, che nel 1999 cantava insieme a Ligabue e Piero Pelù, chiedendo anche, in tempi non sospetti, di cancellare il debito, in quel caso nei nostri confronti dell’Italia però.

E comunque, lasciamo adesso parlare la poesia delle

Frasi di Jovanotti

  • C’è stato un tempo in cui credevo che arruolandomi in aviazione avrei girato il mondo e fatto bene alla mia gente, fatto qualcosa d’importante… In fondo a me, a me piaceva volare.
  • Io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa, passando da Malcolm X attraverso Gandhi e San Patrignano arriva da un prete in periferia che va avanti nonostante il Vaticano…
  • Bella come una mattina d’acqua cristallina | come una finestra che m’illumina il cuscino | calda come il pane | ombra sotto un pino | mentre t’allontani stai con me forever.
  • La vertigine non è | paura di cadere, | ma voglia di volare.
  • A te che sei, semplicemente, sei sostanza dei giorni miei.
  • A te che mi hai trovato | all’angolo coi pugni chiusi, | con le mie spalle contro il muro | pronto a difendermi; | con gli occhi bassi | stavo in fila | con i disillusi: | tu mi hai raccolto come un gatto | e mi hai portato con te. | A te io canto una canzone | perché non ho altro, | niente di meglio da offrirti | di tutto quello che ho.
  • L’evoluzione passa attraverso porte strette e poi chi sa se sono le porte giuste? Probabilmente sono le uniche.
  • A te che non ti piaci mai e sei una meraviglia | le forze della natura si concentrano in te | che sei una roccia sei una pianta sei un uragano | sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano
  • A te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande, a te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più, a te che hai dato senso la tempo senza misurarlo, a te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore
  • La mia è sempre di più la lingua dei viaggiatori e chi decide di ascoltarmi deve sapere che io sono uno che racconta mondi che ha visto e mondi che vuole vedere, e che non conosco a fondo la lingua del posto, la lingua degli stanziali, strimpello strumenti e parlo male diverse lingue e di volta in volta ho bisogno di musicisti e di interpreti per metter su le tende nel luogo e restare finché non mi riprende il senso di irrequietezza che mi porta a fare di nuovo i bagagli e partire.
  • La mia pelle è carta bianca per il tuo racconto, scrivi tu la fine: io sono pronto.
  • Sentire il corpo, ascoltarlo, muoversi, sentirne i lamenti e scoprirne i punti forti, sentirsi con il corpo dentro il paesaggio e confondere la fatica della pedalata con la fatica della terra che gira su se stessa e poi intorno al sole fino a girare come se fosse un anello della concatenazione dei satelliti e delle stelle degli elettroni e dei nuclei e scoprire nel movimento rotondo la chiave del movimento in avanti.
  • No, Vasco! No, Vasco! Io non ci casco: perché io non mi fido di chi non suda mai
  • È un continuo alternarsi di gioia e dolore, una presenza continua della vita e della morte a braccetto come se andassero a una festa, tutt’e due nel pieno del loro splendore.
  • Il lavoro di quei volontari è simile a quello di chi tenta di travasare il mare con un cucchiaio, ma la speranza che si respira in quel posto, seppure sia solo un cucchiaio, è veramente più grande del mare.
  • È per te il sorriso degli umani, | è per te un’aranciata fresca, | è per te lo scodinzolo dei cani, | è per te il colore delle foglie, | la forma strana della nuvole, | è per te il succo delle mele, | è per te il rosso delle fragole, | è per te ogni cosa che c’è, ninna na ninna e…
  • Lampi di luce | al collo una croce | la dea dell’amore si muove nei jeans.
  • A volte penso che: nel momento in cui uno ride, quello sia veramente un momento in cui si aprono le porte della percezione e l’Eternità entra in noi.
  • Con Pino mi accadeva un fenomeno inspiegabile, dopo qualche minuto che stavo con lui mi veniva un accento un po’ napoletano. Sul serio, se ci passavo una giornata poi a fine cena mi ritrovavo a usare espressioni tipo “uè” o perfino “guagliò”. Era un influsso che lui aveva, pinodanielizzava l’atmosfera. Lo faceva con la musica ma se ci penso bene lo faceva proprio con tutto se stesso che era tutto un se stesso fatto solo di musica. Ho tante ore di “volo” a bordo dell’astronave PinoDaniele, decolli atterraggi vuoti d’aria turbolenze ma soprattutto ore di vita e di musica indimenticabili iniziate molto prima di conoscerlo.
  • Io lo so che non sono solo | anche quando sono solo; | io lo so che non sono solo | e rido e piango | e mi fondo con il cielo e con il fango.
  • Nella rete non c’è notte e non c’è giorno, non c’è alto e non c’è basso, non c’è corpo e non c’è calligrafia, c’è solo il bit, che viaggia e che prende la forma che gli vogliamo dare.
  • A te che non ti piaci mai e sei una meraviglia | le forze della natura si concentrano in te | che sei una roccia sei una pianta sei un uragano | sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano.
  • Internet non è solo un veicolo, è una forma di cultura. La rete è innanzitutto un concetto filosofico.
  • La compressione non è una degenerazione del suono, la compressione è un adattamento del suono ai tempi che si vivono, è un adattamento alla cultura del proprio tempo. È come pensare che leggere l’Odissea su un tablet tolga qualcosa all’Odissea. È un pensiero che non tiene conto neanche della bellezza dell’Odissea.
  • Nel nome c’è sempre il nostro destino. Rino Gaetano si chiama con due nomi propri: Rino e Gaetano. Quando ci si rivolge a qualcuno chiamandolo con il suo nome proprio è perché ci si conosce, perché è un amico. Lui ne ha addirittura due […] Rino e Gaetano, uno allegro e uno triste, uno studioso e uno che finisce dietro alla lavagna, uno tenero e uno sarcastico, uno impegnato e uno che se ne frega. Due fratelli, due figli unici come siamo un po’ tutti. Unico.
  • Ricordo tutto. I sanremi, il cilindro e la maglietta a righe, il cappello da esploratore. Io amo i cappelli e forse è colpa sua